Blocco dei licenziamenti e cassa integrazione, in Fvg sono rischio 15 mila posti di lavoro

L’allarme lanciato dal segretario regionale della Cgil Fvg.

“I posti a rischio in Friuli Venezia Giulia? Difficile dare numeri, soprattutto di fronte all’incertezza dell’evoluzione degli scenari sanitari. Se però la situazione restasse quella attuale, quindi di una fortissima sofferenza per i settori più direttamente toccati dalle restrizioni come turismo, spettacolo, vaste aree del commercio e servizi all’impresa, i contraccolpi rischiano di essere pesantissimi. Le nostre stime, basate anche sul ricorso alla cassa integrazione, ci fanno ipotizzare un numero di lavoratori a rischio non inferiore a 15mila”.

È quanto dichiara il segretario regionale della Cgil Villiam Pezzetta, anche alla luce dei rinnovati allarmi della comunità scientifica sul possibile aggravarsi della pandemia e del drammatico record toccato a fine 2020 nel ricorso agli ammortizzatori, con 94 milioni di ore autorizzate tra cassa integrazione ordinaria, straordinaria in deroga e fondi di solidarietà. “Un dato – rimarca Pezzetta – che peraltro non comprende gli ammortizzatori artigiani gestiti direttamente dall’Ebiart, che ad agosto interessavano già una platea di oltre 30mila lavoratori, con quasi 20 milioni di ulteriori ore autorizzate”.

La quasi totalità delle ore di cassa autorizzate riguarda il periodo marzo-dicembre ed è stata richiesta con causale Covid. Il che significa una media di quasi 10milioni di ore autorizzate mensilmente, un dato superiore di 4 volte rispetto ai picchi storici pre-Covid, con valori ancora altissimi anche a fine 2020. “A dicembre – spiega Pezzetta – l’Inps ha autorizzato 4,5 milioni di ore. Anche ipotizzando un tiraggio, cioè un ricorso effettivo, compreso tra il 50 e il 60%, si tratta di un monte ore che corrisponde a circa 15mila addetti a tempo pieno. Crediamo che la stima dei posti a rischio possa attestarsi su questo dato, perché se è vero che il manifatturiero e le costruzioni hanno dato segnali confortanti dopo il lockdown, nel terziario sono ancora tantissime le attività chiuse o costrette a lavorare a mezzo regime: alberghi, ristoranti e bar, agenzie viaggi, vaste aree del commercio, molte attività degli appalti e dei servizi all’impresa. Settori, questi, che rischiano di pagare un pedaggio pesantissimo in termini di occupati in assenza di un’evoluzione positiva del quadro sanitario e di un conseguente allentamento delle restrizioni”.

Di fronte a questo quadro, la Cgil rinnova con forza l’appello all’esecutivo e a tutte le forze politiche sulla proroga degli ammortizzatori e del blocco dei licenziamenti. Un appello che la Cgil declina anche a livello regionale. “Quella del Recovery plan è una sfida che la nostra regione deve saper giocare a livello nazionale“.