Code interminabili agli sportelli, botta e risposta tra i sindaci e le Poste

Immediata la replica di Poste Italiane all’Anci Fvg.

Dopo quasi un anno dall’istituzione di un tavolo di confronto permanente tra Anci Fvg e Poste Italiane, l’associazione dei sindaci del Friuli Venezia Giulia si dichiara “insoddisfatta”.

Per bocca del presidente Dorino Favot e di Markus Maurmair, delegato comitato esecutivo per rapporti con Poste Italiane spa, l’Anci elenca anche alcuni esempi. “Fin dal primo incontro del tavolo Anci Fvg – Poste Italiane spa – spiegano – sono state espresse forti perplessità e preoccupazione rispetto la riduzione provvisoria e temporanea degli orari degli uffici postali minori dopo la prima fase di lockdown. Purtroppo ancora oggi ci sono uffici che aprono una sola volta alla settimana e sono decine gli sportelli che nel totale hanno portato a far risparmiare Poste Italiane spa migliaia di ore di servizio al mese. Il nostro timore è che la razionalizzazione diventi permanente”.

L’Anci, inoltre, lamenta il mancato ripristino degli orari normali pre-pandemia degli uffici postali. “Siamo all’oscuro – proseguono dall’Anci – del perché non si possano ripristinare i vecchi orari ma di certo sarebbe auspicabile un’inversione di tendenza con addirittura un aumento delle fasce orarie e delle giornate. Per doverosa onestà intellettuale riconosciamo che sono state adottare delle iniziative apprezzabili da parte di Poste Italiane spa, come la distribuzione delle giornate di consegna delle pensioni con un anticipo dei termini nei giorni precedenti al primo del mese o la consegna da parte dell’Arma dei Carabinieri alle persone con più di 75 anni, come pure l’evoluzione tecnologica con app e servizi online, tuttavia non possiamo esimerci dal chiedere un pronto ripristino degli orari di apertura alla situazione precedente dell’emergenza sanitaria tanto più che gli sportelli ci risulta siano stati adeguati con efficaci dispositivi di prevenzione del contagio da Coronavirus“.

Stesso discorso sugli sportelli Postamat, pochi, per l’Anci a disposizione dell’utenza. “Apprendere che in tutta Italia ci sono ancora 5 mila su 13 mila sportelli postali sprovvisti di un servizio automatico evoluto – denuncia l’Anci Fvg – è la conferma che anche in Friuli Venezia Giulia sono numerosi i comuni dove questo servizio non è garantito mentre, dal confronto con i dirigenti di Poste Italiane spa, abbiamo appreso che si è provveduto a rinnovare gli Atm esistenti e non a installare nuove postazioni negli uffici sprovvisti se non in limitate e rare realtà. Chiediamo pertanto con convinzione – concludono Favot e Maurmair – che entro il 2021 sia operativo un postamat evoluto in ciascun comune della nostra regione tanto più che i lusinghieri risultati economici raggiunti da Poste Italiane spa, anche in un anno critico come quello appena concluso, sono la garanzia di copertura della spesa”.

Non si è fatta attendere la replica di Poste Italiane che ha voluto confermare “l’impegno nel progressivo ripristino dell’operatività della rete degli uffici postali, con una significativa riduzione degli uffici con aperture contingentate. Attualmente – conferma Poste Italiane – sono attivi il 99% dei 331 uffici postali della regione a cui si aggiungono 176 Atm Postamat, installati sia nei capoluoghi di provincia che in molti comuni della regione, anche nei piccoli e piccolissimi centri. Gli Atm rappresentano un ulteriore canale di accesso ai servizi, che si affianca alla rete fisica degli uffici postali garantendo la presenza capillare di Poste Italiane anche in località dove non è presente un ufficio postale”.

Nella sua replica all’Anci, poi, Poste Italiane elenca i servizi che negli ultimi mesi sono stati informatizzati così da consentire all’utenza di svolgere molte operazione direttamente da remoto e senza recarsi presso uno sportello postale, così come i servizi di prenotazione di un appuntamento “in presenza” via App o WhatsApp per evitare il formarsi di code agli sportelli.

Poste Italiane, inoltre, “precisa che sempre per tutelare i cittadini, soprattutto quelli più vulnerabili – chiariscono –, già da marzo 2020, il pagamento delle pensioni è stato anticipato di ben una settimana rispetto alla consueta scadenza di inizio mese, gestendo gli accessi dei pensionati in ufficio tramite una calendarizzazione per ordine alfabetico. Gli anziani soli e più in difficoltà hanno potuto chiedere la riscossione a domicilio tramite il supporto dell’ Arma dei Carabinieri”.