La nuova Riforma della sanità è stata approvata, che cosa succede adesso

La Riforma della sanità approvata dalla Regione.

Con 27 voti favorevoli del centrodestra, e 18 no di Pd, Cittadini, Patto per l’Autonomia, Open Sinistra FVG, Movimento Cinquestelle e di Walter Zalukar del Gruppo Misto, il ddl 70 è diventato legge.

Dopo l’approvazione degli articoli dal 46 al 58, inerenti le linee annuali per la gestione del SSR, il Piano triennale e di sviluppo strategico e organizzativo aziendale, gli atti di programmazione, funzioni di governance, l’atto aziendale, gli atti di controllo annuale, le modifiche alla legge 26 del 2015 e della legge 6 del del 2006, l’Aula ha detto sì anche agli articoli del Titolo V del provvedimento sulle strutture per le erogazioni delle prestazioni assistenziali – con l’autorizzazione e l’accreditamento delle strutture sanitarie e sociosanitarie, gli accordi contrattuali, i controlli sulle prestazioni erogate, le sanzioni amministrative – e dei Titoli VI, sul finanziamento degli enti del Servizio sanitario regionale, e VII con le disposizioni transitorie e finali, e l’entrata in vigore all’art. 69.

Ulteriori disposizioni di iniziativa giuntale, sottoscritte dai Gruppi di maggioranza, da M5S e Open Sinistra FVG, definiscono gli indirizzi per la formazione, la valorizzazione e la responsabilizzazione del personale per migliorarne la professionalità e la qualità dei servizi.

E’ stato poi votato, in una versione interamente riformulata dalla Giunta, l’articolo 17 inerente il dipartimento delle dipendenze e della salute mentale (DDSM), che era stato temporaneamente accantonato. Si stabilisce che il DDSM è costituito da strutture aziendali, individuate da ciascun ente del SSR, che si fanno carico della domanda di assistenza alla persona con dipendenze anche comportamentali e con disturbi mentali, ed è articolato attraverso attività, servizi e prestazioni per l’assistenza domiciliare, ambulatoriale, semiresidenziale, residenziale e ospedaliera.

Il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, nel corso della seduta del Consiglio regionale dedicata alla discussione ha affermato che “la principale questione politica riguarda il meccanismo di finanziamento del nostro sistema sanitario all’interno del rapporto con lo Stato centrale”.

Infine, rimarcando come l’asse centrale della nuova legge sia rappresentato “dalla difesa del sistema sanitario pubblico“, Riccardi ha detto di “guardare senza timore” a modelli organizzativi che prevedano la collaborazione con i privati, in un quadro in cui il Friuli Venezia Giulia registra una percentuale di accreditamenti (3,6 per cento) considerevolmente minore rispetto ad altre Regioni che sono all’avanguardia per la qualità del servizio e verso la quali, proprio per questo motivo, “un significativo numero di nostri concittadini va a curarsi. Un trend che va fermato offrendo un’alternativa di alto livello”.

Lo scorso ottobre, il Consiglio delle autonomie locali (Cal) aveva espresso l’intesa sul disegno di legge di riforma della sanità che era stato approvato in via preliminare dalla Giunta regionale. L’intesa era stata espressa con il voto favorevole di 12 Comuni e 2 astensioni.

Il dibattito maggiore verteva sul ruolo dei distretti, sulla specializzazione degli ospedali e sulla necessità che l’integrazione sociosanitaria realizzi la totale presa in carico degli assistiti attraverso la capillarità della rete di servizi territoriali.

“La legge vuole esprimere una vera e propria rivoluzione culturale del ruolo del distretto, spostando competenze e poteri gestionali. Il direttore di distretto avrà un ruolo centrale, determinato dall’assegnazione di un budget e dalla piena autonomia, nel rispetto della programmazione aziendale”, aveva specificato il vicegovernatore a ottobre.