L’avvocato di #ioapro: “La lotta per riaprire i ristoranti è giusta, ecco perché”

La lotta per i ristoranti di #ioapro in Fvg.

Hanno deciso di tenere alzate le serrande dei loro locali per protestare contro le continue chiusure imposte dal Dpcm del governo. Sono i locali che hanno aderito in Friuli Venezia Giulia a #ioapro1501, mandando in scena la loro disubbidienza civile nel corso del passato fine settimana.

La loro azione, però, ha visto l’arrivo delle forze dell’ordine, che li hanno sanzionati – e lo stesso accade con i loro clienti –, imponendo anche la chiusura dell’attività per cinque giorni. Come faranno a difendere le loro ragioni? A supporto di questi imprenditori c’è un collegio difensivo nato in Italia per supportare gli aderenti a #ioapro. In ogni regione c’è un referente; per il Fvg è l’avvocato Guendal Cecovini Amigoni, che funge da coordinatore. “Nel momento in cui è stato elevato il verbale – precisa il legale – è necessario rivolgersi al Prefetto. Ci sono 30 giorni per illustrare le proprie osservazioni, mentre l’impugnazione è un passaggio successivo”.

L’importante, una volta ricevuta la sanzione, è non perdere tempo: entro tre giorni bisogna contattare l’assistenza legale dell’iniziativa, inviando una scansione del verbale all’indirizzo ioaprofriuliveneziagiulia@gmail.com. “È fondamentale, come premessa comunicata a tutti gli aderenti, che i locali rispettino tutte le norme anti Covid del Comitato tecnico scientifico – aggiunge Cecovini Amigoni -. Così, in caso di multa, il collegio difensivo può subentrare senza che ci siano problematiche”. E se a livello nazionale si sta lavorando a una linea difensiva unica per tutte le attività partecipanti a #ioapro, in soccorso delle categorie è stata creata una possibilità di assistenza gratuita, tanto per i ristoratori, quanto per dipendenti e clienti sanzionati. “Si pagano le spese di cancelleria e tutte le attività che abbiano dei costi, per esempio di bollo” aggiunge il coordinatore Fvg.

Ma perché ha deciso di sposare questa causa? “Ho una propensione personale all’attività pro bono, per esempio dedico una parte del mio tempo all’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole – conclude Cecovini Amigoni -. Mettermi al servizio di attività economiche che svolgono un servizio e ora si trovano in difficoltà mi è parso encomiabile”. La battaglia di #ioapro sembra destinata a proseguire e allargarsi nella nostra regione nei prossimi giorni.