I dati shock della seconda ondata in Fvg: “Colpa dei ritardi della Regione”

Le accuse alla Regione per i dati della seconda ondata in Fvg.

Sull’elevato numero di contagi e di vittime incidono errori, ritardi e sottovalutazioni nel governo del sistema socio-sanitario regionale. Non soltanto il deficit di assunzioni, causa di un permanente livello di tensione nelle relazioni tra sindacati e Aziende sanitarie, ma anche la gestione delle case di riposo, con la mancata individuazione di strutture per l’isolamento dei contagiati non gravi, i problemi dei dipartimenti di prevenzione nel seguire tamponi e tracciamenti, l’inadeguata azione delle unità sanitarie di continuità assistenziale”.

Questa la reazione della Cgil Fvg ai dati diffusi dall’Osservatorio nazionale, che vedono attualmente il Fvg secondo in Italia alle spalle soltanto della Valle d’Aosta per mortalità, primo per indice di letalità (decessi rispetto ai contagi) e con un numero di morti e di ricoverati triplo rispetto alla prima ondata. “Risultati così negativi – sostiene Rossana Giacaz, responsabile sanità della segreteria regionale, dando voce anche alle denunce della Funzione pubblica e del Sindacato pensionati – sono frutto di carenze organizzative e ritardi nel comprendere la gravità dell’emergenza. Una fotografia in pieno contrasto con la narrazione della Giunta e dell’assessore Riccardo Riccardi sulla presunta eccellenza di questa regione e del suo sistema socio-sanitario nella gestione di questa emergenza”.

Specchio dei ritardi, per la Cgil, le vertenze aperte a livello territoriale tra sindacati e Aziende sanitarie, già sfociate in uno sciopero a Pordenone, ma caratterizzate da rapporti sempre più tesi anche a Udine e nell’area giuliano-isontina. “Pesano ritardi nelle assunzioni e nelle stabilizzazioni – spiega ancora Giacaz – confermati in pieno dai dati che l’assessore ha fornito al nostro sindacato di categoria, in base ai quali, al 30 giugno, il saldo positivo tra assunzioni e uscite di personale nel comparto era di soli 66 posti. Solo l’abnegazione del personale, costretto a turni sempre più massacranti, anche per sostituire i colleghi assenti perché positivi, ha evitato il pieno collasso di un sistema che per far fronte all’emergenza ha pericolosamente ridotto la sua capacità di riposta alle altre patologie, come testimonia la crescita dei tempi di attesa”.

I ritardi nelle assunzioni, i mancati investimenti sul rafforzamento delle strutture territoriali e dei dipartimenti di prevenzione, le carenze sul versante delle case di riposo – prosegue Giacaz – sono criticità che i sindacati segnalano dall’inizio della prima ondata. L’assessore alla Salute, però, ha preferito chiudersi in una gestione autoreferenziale, rispondendo con grande ritardo alla richiesta di un confronto con il sindacato. La perdurante gravità della situazione richiede una radicale inversione di rotta, a cominciare dalla ripresa di un confronto che contribuisca a una gestione più condivisa ed efficace di questa epocale emergenza, contenendone gli effetti sulle persone e accelerando il ritorno a una sospirata normalità anche per l’economia, l’occupazione e le relazioni sociali”.