In Italia frenano i nuovi casi di Covid, ma non in Fvg. Vaccinati sotto la media

L’aumento dei contagi in Fvg, i dati della Fondazione Gimbe.

Frenano i contagi da Covid-19 in Italia, ma non in Friuli Venezia Giulia. È uno dei dati offerti dal monitoraggio settimanale indipendente della Fondazione Gimbe, relativo alla settimana dall’8 al 14 settembre.

Secondo l’indagine, nel periodo considerato in Fvg si è registrato un lieve aumento dei casi settimanali, pari all’1,2%. È uno dei pochi “segni più” su scala nazionale, assieme a Provincia autonoma di Bolzano (+9%), Abruzzo (+2,8%) e Campania (+0,1%). Un dato in controtendenza con quello medio in Italia, dove si è assistito a una contrazione dei nuovi contagi pari al -14,7%. Segno rosso in Fvg anche per i casi attualmente positivi ogni 100mila abitanti, pari a 118, in peggioramento rispetto alla settimana precedente.

Buone notizie, invece, giungono dal fronte ospedaliero. La percentuale di posti letto nelle terapie intensive degli ospedali Fvg è scesa al 5% (ben lontana dal 10% che costituisce uno dei parametri per la zona gialla), mentre per l’area medica il valore è del 4% (contro una soglia del 15%).

Il Fvg rimane sotto media per quanto riguarda la percentuale di vaccinati. La popolazione che ha completato il ciclo è pari al 66,3%, contro una media italiana del 68%, cui aggiungere un ulteriore 4,7% (media Italia 6,1%) solo con prima dose. Gli over 50 a non aver ricevuto nessuna dose sono il 16,2% contro una media nazionale dell’11,1%. Sotto il valore italiano anche la percentuale di popolazione 12-19 anni che non ha ricevuto alcuna dose di siero: in Fvg è del 40,6% contro una media nazionale del 33,7%. “Nonostante la considerevole disponibilità di dosi – è l’analisi su larga scala di Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – il numero di prime somministrazioni, dopo tre settimane di stabilità intorno a quota 720-750mila, nell’ultima settimana è sceso a 525mila. In attesa di conoscere gli effetti dell’estensione dell’obbligo del Green Pass, è evidente che le attuali strategie della campagna non riescono a contrastare l’esitazione della popolazione ancora non vaccinata“.