Dall’adescamento di minori alle truffe online, il bilancio 2020 della Polizia postale Fvg

Il bilancio dell’attività 2020 della Polizia postale Fvg.

Un anno intenso, con molto impegno profuso e risultati importanti. Il Compartimento Fvg della Polizia postale e delle comunicazioni traccia un bilancio del 2020, che l’ha vista prodigarsi in prima linea nella lotta contro la criminalità in rete.

In estrema sintesi, durante l’anno appena trascorso ci sono stati 4 arresti e 18 denunce per pedopornografia, mentre 8 persone sono state denunciate per adescamento di minorenni. Quindici, invece, i denunciati per diffamazioni online, 10 per minacce e molestie. Spiccano anche 4 denunciati per atti persecutori, 6 per il cosiddetto “revenge porn”. Risultati importanti anche nella lotta a truffe online e frodi informatiche, che ha visto 50 persone denunciate dalla Polizia postale Fvg.

In Friuli Venezia Giulia, nell’ambito della cooperazione internazionale si segnala l’operazione “Pepito” che ha portato alla denuncia da parte della Polizia Postale del Friuli Venezia Giulia di 13 persone per detenzione di materiale pedopornografico a seguito di una complessa attività di indagine iniziata a seguito del monitoraggio della rete. Gli investigatori della Polizia Postale di Udine nel corso del costante monitoraggio contro la pedopornografia online, hanno rilevato un sito contenente immagini illecite dal contenuto sessualmente esplicito di giovani adolescenti coinvolti in atti sessuali e in altri casi in pose erotiche senza veli. Inoltre, sul portale erano presenti commenti in lingua italiana con reindirizzamenti in altri spazi web contenenti materiale illecito.

Da attente analisi e approfondimenti sono successivamente emerse chat e commenti all’interno di comunità virtuali sui files pedopornografici che coinvolgevano ragazze molto giovani anche tredicenni. In particolare sono state rilevate richieste da parte di alcuni utenti della rete di informazioni sulle ragazze, dalla nazionalità all’età, dal nome alla visione di atti sessuali.

Sono state individuate pagine del servizio di pagamento digitale e trasferimento di denaro e alcuni forum con discussioni sulla Bibbia 3.0, un insieme catalogato di immagini e video a carattere sia pornografico che pedopornografico di cui gli internauti dietro pagamento richiedevano lo scaricamento digitale. A seguito di lunghe e laboriose indagini anche attraverso forme di collaborazione internazionale con richieste rogatoriali da parte del Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (Cncpo) del Servizio Polizia Postale alle Autorità Giudiziarie Statunitensi, e alla visione di centinaia di transazioni finanziarie dei conti PayPal, si riusciva ad individuare sia il gestore del sito che alcuni utenti che avevano richiesto e ottenuto il materiale pedopornografico. In ragione di tale evidente quadro probatorio, la Procura della Repubblica di Trieste ha emesso quindi 11 decreti di perquisizione personale e locale, estesa ai sistemi informatici, nei confronti di altrettanti indagati residenti in Campania, Emilia Romagna, Marche, Lombardia, Piemonte e Veneto. Durante l’esecuzione dell’attività venivano altresì rinvenuti gli account utilizzati da parte degli indagati per la richiesta di materiale pedopornografico, oltre a diverso materiale illecito custodito sui supporti informatici, sottoposti a sequestro.