Con la pandemia cresce la richiesta di sostegno psicologico anche in Fvg

L’appello dell’Ordine degli psicologi Fvg.

La salute non è soltanto una condizione di benessere biologico, ma anche psicologico. Concetto questo confermato da tempo dalla letteratura scientifica e fatto proprio dalla stessa Organizzazione mondiale della sanità.

“È sotto gli occhi di tutti la crescita esponenziale della domanda di assistenza psicologica – fa sapere il presidente dell’Ordine Fvg, nonché segretario nazionale, Roberto Calvani -. La pandemia che stiamo tutti vivendo, e subendo, dovrebbe far riflettere su alcune questioni: gli psicologi sono stati letteralmente ignorati. Si interpellano virologi, infettivologi, epidemiologi, fisici e statistici, ed è giusto, ma mancano gli interventi della nostra categoria. Mai come in questa contingenza storica drammatica si pone davanti ad ognuno di noi una sfida: ricordare la centralità della psicologia, coi suoi professionisti come promotori di risorse adattative, al fine di creare salute e accompagnare i cittadini con attività di supporto e di consulenza attraverso l’organizzazione di rete e il lavoro integrato fra medici, infermieri e altre figure professionali. Serve un lavoro di team nel quale noi potremmo essere decisivi, a patto che si definisca la messa a sistema della professione, mediante idonee forme di coordinamento,  a livello aziendale, delle risorse professionali”.

Secondo i dati forniti dall’Istituto di ricerca Piepoli nell’ottobre 2020, il 90% della popolazione vorrebbe trovare lo psicologo nel pubblico, mentre oggi solo una persona su cinque riesce a utilizzare questa opportunità.

“Per questo – continua Calvani – riteniamo fondamentale che gli psicologi entrino di diritto, proprio sulla scia dell’insegnamento introdotto dal Covid, nel sistema di rete dell’assistenza in ossequio al principio della salute biologica, fisica e psichica. Senza l’apporto della nostra categoria – prosegue – l’obiettivo di una salute completa non viene centrato. Si parla da mesi di resilienza, ma questa resilienza i cittadini la possono attivare soltanto con la mediazione della nostra categoria”.

Per il segretario nazionale dell’Ordine degli psicologi, “è necessario strutturare nei vari territori, con accordi specifici attuativi con le Regioni, dei protocolli urgenti per fornire supporto ai cittadini tramite accordi territoriali aziendali. Pensiamo, ad esempio, alle persone in isolamento, in quarantena, alle persone che hanno i loro cari ricoverati, a quanti sono costretti a lutti vissuti senza l’accompagnamento, alle stesse categorie sanitarie che devono ricevere un pronto soccorso da parte nostra. Serve una psicologica di prossimità, inclusa nel modello territoriale e da declinarsi in base ai diversi modelli organizzativi regionali, evitando verticismi e dipartimenti autoreferenziali o chiusi. Si punti, quindi, a valorizzare l’aiuto psicologico nell’assistenza domiciliare e nella Case di comunità”.