Dai rifiuti inquinanti in mare ai veicoli abbandonati, i reati scoperti dalle Capitanerie di porto in Fvg

Le operazioni delle Capitanerie di porto in Fvg.

Si è concluso, il 7 maggio, un periodo di intensa attività condotta dai Nuclei Operativi di Protezione Ambientale delle Capitanerie di porto regionali, coordinati dalla Direzione Marittima di Trieste, in ragione delle specifiche competenze in materia di tutela dell’ambiente marino e costiero assegnate alle Capitanerie di porto-Guardia Costiera per effetto della dipendenza funzionale dal Ministero della Transizione Ecologica.

Tale attività era inquadrata all’interno di operazioni nazionali pianificate dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto, denominate “30 days at sea 3.0″ e “Onda Blu”. Nella prima delle citate operazioni, il coordinamento nazionale è stato garantito dal Ministero dell’Interno, dal momento che l’attività coinvolgeva, per il tramite dell’Interpol, ben 67 Stati in tutto il mondo.

Molteplici le attività svolte con l’obiettivo di contrastare i crimini ambientali che mettono a rischio l’ecosistema marino, quali il controllo dell’inquinamento prodotto dalle navi, attraverso l’esame del tenore di zolfo presente nei carburanti utilizzati. E ancora, le verifiche sugli impianti di depurazione o l’individuazione di scarichi illegali al controllo sul territorio di rifiuti non correttamente trattati. Fenomeni questi contribuenti tutti ad accrescere la presenza in mare di materiali pericolosamente inquinanti, in particolare plastiche e microplastiche.

Proprio nel controllo del ciclo rifiuti sono stati ottenuti in Friuli Venezia Giulia alcuni risultati rilevanti. Per esempio, il personale della Guardia Costiera di Trieste ha ispezionato nel Comune di Muggia, in località Rabuiese, un’area demaniale in concessione e un’area privata limitrofe al torrente Rabuiese, affluente del Rio Ospo, riscontrando l’abbandono incontrollato di rifiuti. In accordo con l’Autorità giudiziaria, alla quale sono stati segnalati i presunti responsabili, è stato disposto il sequestro di un’area di poco meno di 3000 metri quadrati.

Il personale dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Grado ha invece individuato, nel Comune di Aquileia, due situazioni di irregolarità. La prima ha condotto alla segnalazione all’Autorità giudiziaria dei responsabili di un cantiere navale ed al sequestro di un’area di 3200 metri quadrati a loro disposizione e dei relativi rifiuti in essa depositati. Nel secondo caso è stata segnalata, sempre alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Udine, un’impresa di trasporti che opera nella zona industriale di Aquileia, con sequestro conseguente di un’area di circa 120 mq.

Sempre la Guardia Costiera gradese ha ispezionato un cantiere nautico di Fiumicello – Villa Vicentina, che è stato segnalato all’Autorità giudiziaria per la mancanza di autorizzazioni allo scarico di acque reflue industriali e di emissioni in atmosfera. Ancora a Grado, è stato sequestrato anche un cantiere nautico in zona Primero, sempre per l’assenza di autorizzazioni allo scarico di acque reflue e di emissioni in atmosfera, nonché per il non corretto trattamento dei rifiuti prodotti dall’attività manutentiva e di riparazioni navali del cantiere.

Infine, a Lignano Sabbiadoro, sono stati rilevati illeciti amministrativi riferiti al rinvenimento di autoveicoli in evidente stato di abbandono, ma né radiati e né smaltiti nelle forme dovute (ben quattro). Un altro episodio riguarda la gestione amministrativa di scarichi di acque reflue e di emissioni in atmosfera da parte di cinque attività produttive locali (cantieri navali e autolavaggi).

Nel corso dell’operazione “Onda Blu” la Guardia Costiera regionale è stata supportata, per un’intera settimana dall’importante attività dell’elicottero AW 139, “Nemo 16”, della base di Sarzana, che ha potuto completare l’attività sul terreno grazie all’investigazione aerea degli evoluti dispositivi di telerilevamento che permettono di individuare eventuali scarichi in mare o nei corsi d’acqua, discriminando la  temperatura superficiale dell’acqua da quella degli adducenti estranei al corpo idrico.

I risultati congiunti fra ricognizione aerea e geo-referenzazione di superficie (terrestre e marittima), corredati all’occorrenza da mirati campionamenti, costituiranno il banco per i necessari approfondimenti su di un discreto numero tra le centinaia di obiettivi individuati in sede di pianificazione a tavolino.

Perciò, l’impegno della Guardia Costiera Regionale proseguirà a tal fine, anche con ulteriori e più sofisticati rilevamenti aerei, ed all’occorrenza pure subacquei, per contribuire non solo all’azione penale ed a comminare le eventuali sanzioni amministrative, ma per scoraggiare i pericolosi fenomeni di illecito ambientale, prevenendoli.