Una nuova rete super veloce al servizio del sistema scientifico Fvg

Nuova rete in fibra con il progetto “Rete 100G” di Regione Fvg e Units.

Più veloce, sicura, autonoma. È la nuova rete in fibra ottica che collega enti scientifici e accademici del territorio regionale. L’infrastruttura, collaudata in questi giorni, è la risultante del progetto “Rete 100G” dell’Università di Trieste e garantirà prestazioni di alto livello.

L‘investimento complessivo sfiora i due milioni di euro, di cui un milione e mezzo messo a disposizione dalla Regione e 476mila euro dall’ateneo giuliano e dagli enti che fanno riferimento alla piattaforma Lightnet, cui partecipano tutti gli atenei regionali assieme ai principali enti di ricerca.

La Regione, inoltre, ha concesso a titolo non oneroso alcune fibre della rete Ermes (290 km) cui si aggiungono i 245 km della fibra degli enti di Lightnet già in utilizzo.

Il progetto, che ha visto la partecipazione attiva dell’ateneo di Udine sin dalla partenza, si è avvalso del supporto della Direzione alle Infrastrutture e territorio, in particolare attraverso il servizio che si occupa del coordinamento delle attività nel settore delle telecomunicazioni e attuazione del programma Ermes (banda larga), e ha beneficiato della collaborazione operativa di Insiel per quel che riguarda la predisposizione delle tratte di fibra regionale necessarie per realizzare l’architettura fisica della rete.

È l’assessore regionale all’Istruzione, università e ricerca Alessia Rosolen a battezzare il progetto, spiegando che “anche la stretta attualità ci ricorda quotidianamente quanto sia semplicemente fondamentale disporre di infrastrutture realmente competitive e innovative. Non sappiamo ancora quando usciremo dal tunnel della pandemia, ma siamo perfettamente consapevoli del fatto che non potremo più prescindere dalla rete e dalla possibilità di trasmettere dati e informazioni in modo veloce, sicuro e autonomo. Il progetto Rete 100G, infatti, assegna al sistema scientifico e accademico regionale un’infrastruttura propria, che consentirà a tutti i soggetti di disporre ovunque delle risorse computazionali nei datacenter e di muoversi con libertà e con il sostegno di mezzi realmente all’altezza delle sfide che l’innovazione impone a certi livelli”.