Tampone dalla Croazia, scoppia il caos: turisti Fvg colti impreparati. Un vademecum della Regione

La nuova ordinanza in vigore dal 13 agosto.

Cominciano a essere fissati i tamponi per chi torna da una vacanza in Croazia, Malta, Spagna Grecia, secondo la nuova ordinanza nazionale in vigore da oggi. Moltissimi friulani già all’estero, soprattutto nella vicina Croazia, sono stati presi alla sprovvista dal provvedimento. Al rientro è prevista anche una quarantena che potrebbe comportare problemi dal punto di vista lavorativo e per molti non è ancora chiaro che la legge ha rilevanza nazionale e non regionale. Tuttavia, sembra che per il momento le auto in transito non siano diminuite a causa dei tamponi.

Anche il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla Salute e Protezione civile Riccardo Riccardi, ribadisce i contenuti dell’aggiornamento sulle indicazioni per il rientro in Italia dall’estero oggetto dell’ordinanza del Ministro della Salute del 12 agosto.

A decorrere dal 13 agosto sono vietati l’ingresso e il transito in Italia delle persone provenienti dai seguenti paesi: Colombia, Bosnia Erzegovina, Kosovo, Macedonia del Nord, Moldova, Montenegro, Serbia, Bangladesh, Armenia, Bahrein, Brasile, Cile, Kuwait, Oman, Panama, Perù, Repubblica Dominicana. Tale disposizione non si applica al personale viaggiante e agli equipaggi dei mezzi di trasporto che entrano in Italia per lavoro da Bosnia Erzegovina, Kosovo Macedonia del Nord, Montenegro e
Serbia alle condizioni che il transito sia di breve durata (permanenza massima di 120 ore o di transito in 36 ore, permane l’obbligo di segnalare l’ingresso in Italia).

A partire dal 13 agosto coloro che fanno ingresso in Italia, con qualsiasi mezzo di trasporto, dopo aver soggiornato o transitato nei quattordici giorni antecedenti in Croazia, Grecia, Malta e Spagna, devono comunicare immediatamente il proprio ingresso nel territorio nazionale al Dipartimento di Prevenzione dell’azienda sanitaria di residenza o dimora.

Devono presentare al vettore, all’atto dell’imbarco, e a chiunque sia deputato ad effettuare i controlli, l’attestazione di un test per SARS CoV-2, di test molecolare o antigenico effettuato per mezzo di tampone e risultato negativo, al massimo nelle 72 ore antecedenti all’ingresso nel territorio nazionale. In alternativa devono sottoporsi ad un test molecolare o
antigenico, da effettuarsi per mezzo di tampone, al momento dell’arrivo in aeroporto, porto o luogo di confine, ove possibile, oppure entro 48 ore dall’ingresso in Italia presso l’azienda sanitaria locale di riferimento; in attesa di sottoporsi al test presso l’azienda sanitaria le persone devono
rimanere in isolamento fiduciario presso la propria abitazione o dimora e, in seguito, fino alla comunicazione del risultato in base alle disposizioni del Dipartimento di Prevenzione. Durante l’isolamento domiciliare le persone devono sempre: evitare contatti sociali; restare a casa; essere sempre
raggiungibili telefonicamente; avvertire immediatamente il medico
di medicina generale o il pediatra di libera scelta e l’operatore di sanità pubblica dell’insorgenza di sintomi (febbre, tosse, mal di gola, raffreddore, perdita del gusto o olfatto, difficoltà di respiro).

In caso di sintomi è obbligatorio indossare la mascherina chirurgica e allontanarsi da eventuali conviventi, rimanere nella propria stanza con la porta chiusa arieggiando l’ambiente, in attesa del trasferimento in ospedale o centro di isolamento, se necessario. Per quanto riguarda i datori di lavoro, essi sono tenuti a informare tutti i dipendenti e collaboratori di segnalare tempestivamente al proprio medico curante e al medico competente qualsiasi malessere che possa essere ricondotto alla Covid-19.

È d’obbligo per ogni azienda dotarsi del Protocollo di prevenzione del contagio Covid-19 e di portarlo a conoscenza degli interessati con apposita comunicazione. È obbligatorio che i datori di lavoro permettano l’ingresso nel luogo di lavoro ai propri dipendenti inviati all’estero per esigenze lavorative e ai soggetti chiamati dall’estero per essere assunti, solo dopo
che essi abbiano adempiuto alle misure precauzionali previste per
le persone provenienti dall’estero da leggi o altri provvedimenti. L’obbligo si applica anche alle agenzie di somministrazione di lavoro.