La devastazione di Vaia diventa un volano per le imprese del Friuli

Quest’anno partono in Fvg 198 lavori in 62 comuni coinvolti.

Da una tragedia un’opportunità per il rilancio economico della montagna. Parliamo della tempesta Vaia che nell’ottobre 2018 ha flagellato in Fvg in particolare il pordenonese. Da quel momento molto si è fatto per il rilancio di quelle aree e adesso si può iniziare a tirare delle somme di quanto messo in cantiere.

L’operazione su Vaia con le risorse ottenute, i cantieri avviati e gli investimenti sui prossimi lavori – ha spiegato il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla Protezione Civile regionale, Riccardo Riccardi – rappresenta un volano economico per la piccola e media impresa, un’ulteriore iniezione di liquidità nel sistema economico regionale”.

Riccardi, in un incontro in videoconferenza con la presidente di Ance Udine, l’associazione nazionale delle costruzioni edili, Angela Martina assieme alla presidente di Confindustria Udine, Anna Mareschi Danieli,  ha informato, assieme al direttore generale della Protezione civile del Fvg Amedeo Aristei, dei 198 lavori di quest’anno che vedono coinvolti 62 comuni, 5 direzioni regionali centrali e 6 soggetti attuatori.

L’iter prevede entro il 31 luglio la consegna del progetto da parte dei
soggetti ausiliari per raccogliere le autorizzazioni e procedere all’approvazione. Una volta che i progetti sono approvati vengono inviati gli inviti alle imprese che hanno la specializzazione per
lavori di messa in sicurezza previsti dal piano.

Nell’ambito dei cantieri Vaia, il ricorso a imprese regionali è stato ampio: 658 lavori nel 2019 sui quali hanno ruotato 253 imprese per un totale di 166 milioni di euro, nel 2020 sono stati 221 i lavori effettuati e 131 le imprese della regione coinvolte. Per ogni impresa, è stato spiegato, non vi è stato alcun caso con doppio incarico assegnato ad un’azienda nello stesso Comune. Se ci sono stati più affidamenti sono stati comunque assegnati da
responsabili unici del procedimento diversi.

Nel corso della riunione è stato illustrato come, per utilizzare le risorse nazionali ed evitare che vadano sprecate, è necessario che l’iter di aggiudicazione si concluda, con la stipula del contratto, entro settembre. Per l’attuazione degli interventi verrà quindi adottato lo stesso modello organizzativo utilizzato finora: la struttura commissariale delegherà al Comune l’incarico di responsabile unico del procedimento per avviare l’opera, ma si occuperà direttamente dei pagamenti e dei pareri sull’opera mediante la conferenza dei servizi.