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Giovedì 04 Aprile 2024 16:01

La violenza di genere:

quando le vittime sono i figli e il loro padre separato


La violenza di genere, dopo la Convenzione Istanbul (2011) e dopo la legge italiana n. 69 del 2019, è stata identificata con la violenza sessuale, fisica e psicologica contro la donna, mentre nella violenza di genere la donna può essere vittima, ma anche disumana artefice di una violenza fisica, psicologica, sessuale e/o istituzionale, esercitata contro qualsiasi persona o gruppo di persone, sulla base del loro orientamento sessuale, identità di genere e sesso, che ha, principalmente, un impatto negativo e talvolta tragico, sia fisico che psicologico ed economico, sulla persona della vittima.

Il femminicidio non può essere mai giustificato, ma, poiché siamo stati colpiti emozionalmente, non siamo ancora stati in grado di individuare ed analizzare le profonde e innaturali motivazioni che stanno alla base dell’insano gesto per contribuire alla sua prevenzione, poiché, questo fenomeno, può essere, quasi sempre, combattuto rimuovendone in anticipo le cause che lo provocano. Il femminicidio, comunque, non può essere identificato e tantomeno può esaurire il diffuso fenomeno della violenza di genere.

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Giovedì 04 Aprile 2024 15:55

Aosta


La Lega interroga l’assessore Marzi

sulle criticità dei separati valdostani


La Lega valdostana, sempre attenta alle problematiche dei separati e dei loro figli, ha presentato all’assessore Marzi un ordine del giorno, a firma dei consiglieri Manfrin e Ganis, per conoscere se l'assessore alle politiche sociali abbia preso visione delle richieste dell'associazione genitori separati e se sia intenzione, da parte dell'amministrazione, dare corso alle richieste presentate.

La discussione è avvenuta nel consiglio regionale del 21 marzo e l’assessore, di fatto, come sempre, non ha risposto.

“Preso atto delle criticità segnalate dall'Associazione Genitori Separati – scrivono i firmatari dell’o.d.g. - che, in un intervento, ha fatto richieste specifiche per migliorare la vita dei genitori separati, e più precisamente: il Registro regionale unico dei contributi elargiti dalla Regione e dagli Enti pubblici; il Protocollo unico regionale per la concessione di contributi, elargizioni e benefici pubblici; il Regolamento o protocollo sull’attività dei servizi sociali, compresi quelli che collaborano con i Giudici per l’affido dei figli e monitoraggio obbligatorio sulla loro attività; i Corsi per genitori separati inerenti la gestione del conflitto genitoriale e l’educazione dei figli, pur non convivendo più assieme; i Corsi informativi e formativi sulle conseguenze psicologiche e sociali sui figli e sui genitori riservati agli insegnanti delle scuole inferiori e superiori; il Nuovo regolamento di accesso all’edilizia pubblica, riservando percentuali degli alloggi disponibili ai separati in difficoltà economica, anche se non collocatari dei figli; il Patrocinio a spese della Regione per i separati in difficoltà economica”.

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Lunedì 25 Marzo 2024 09:41

Spese straordinarie dei figli: un business materno


Le spese straordinarie alimentano e, in molti casi, ingigantiscano il conflitto genitoriale, soprattutto dopo la formulazione dei Protocolli sulle spese straordinarie, sottoscritti dal presidente del tribunale e dal locale ordine degli avvocati, con la categorica esclusione dei genitori, che, a dire dei contraenti, sono tutelati dagli avvocati. I figli appartengono ad ambedue i genitori, ma non ai giudici ed agli avvocati, in quanto i primi devono applicare la legge vigente e i secondi sono pagati (ed anche molto bene) per una prestazione professionale, cioè la difesa del genitore e dei suoi figli dinnanzi al giudice e ciò non implica la delega per sostituirli nella formulazione di un protocollo che riguarda i genitori e i loro figli.

Questi signori che amministrano le spese straordinarie ritengono i genitori (in verità, per il 92% solo il padre) soggetti passivi che devono subire quanto impone il protocollo formulato sulla convergenza tra giudici e avvocati, senza minimamente tener conto degli inalienabili diritti dei genitori, che, anche in presenza di affido condiviso, devono autorizzare tutte le spese straordinarie dei propri figli con i relativi costi, poiché le parcelle variano da professionista a professionista, la stragrande maggioranza delle spese sanitarie sono fornite dal S.S.N. e i costi degli apparecchi o altro variano da negozio a negozio anche per l’identico oggetto. La discrezionalità del genitore collocatario - per il 92% la madre - non è affatto garanzia di oggettività della spesa straordinaria.

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Venerdì 15 Marzo 2024 18:57

Festa del papa o fine del patriarcato?


Il tempo passa ma i preconcetti sulla figura del papà tendono a rafforzarsi in nome di un matriarcato imperante, nella indifferenza, più o meno generalizzata, che vede solo la violenza sulle donne e volutamente tace sulla violenza di genere: quando l’uomo è la vittima. C’è una tremenda disparità di trattamento da parte dell’informazione, dei politici e della società sulle violenze subite dai genitori separati da parte della madre dei loro figli. Le associazioni dei separati non hanno la volontà o il coraggio o meglio la forza di imporre, unitamente, una riflessione sulla violenza che l’uomo-padre quotidianamente subisce dalla donna-madre e che, per rispetto dei figli, non denuncia nemmeno quando spesso deve sottoporsi alle cure dei sanitari.

Il papà è la figura centrale nella formazione della personalità dei figli ma le associazioni di genere, con ogni mezzo, cercano di ridicolizzare il suo ruolo di genitore, mettendolo al margine della vita dei figli. I tribunali sono i grandi responsabili delle discriminazioni genitoriali nell’affido dei figli, del dilagare delle baby-gang formate prevalentemente dai figli di separati, della estromissione del padre dalla loro vita e, corresponsabili, delle tantissime morti – suicidi - di genitori di cui tutti tacciono con ipocrite motivazioni. Ogni anno numerosi padri che non gli è permesso di fare il genitore e ridotti in un umiliante stato di povertà, si tolgono la vita con il suicidio o con inspiegabili incidenti (non solo stradali) per non lasciare ai figli un ulteriore cattivo ricordo della loro fugace presenza.

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Giovedì 14 Marzo 2024 19:54

 

Tribunale di Aosta


Difesa dei minori o degli interessi materni?


La difesa dei minori, al tribunale di Aosta, non sempre coincide con la difesa gratuita della madre e il padre viene mazzolato con troppa e illogica facilità. Esagerato? Giudicate voi lettori su quello che accade ai valdostani, non dimenticando che per la Giustizia ingiusta di quel tribunale proprio davanti a quell’edificio si è dato fuoco il primo padre suicida. E non era un pazzo.

Un padre aostano, con grosse difficoltà economiche durante il periodo della pandemia per mancanza del lavoro, non paga il mantenimento dei figli (di cui uno maggiorenne e, con lavori saltuari, poteva considerarsi autosufficiente) perché la madre, che beneficia della casa coniugale, lasciava i figli da soli a casa senza i pasti e senza la merenda, affidando la custodia di una ragazza disabile alla sorellina di pochi anni. Il padre, da loro sollecitato con telefonate a portargli qualcosa da mangiare perché avevano fame e non avevano nulla in casa, andava subito a comprare loro la merenda e settimanalmente, per evitare il verificarsi di queste situazioni, faceva loro la spesa e la consegnava alla madre. La signora che dedicava il suo tempo libero dal lavoro a nero a chattare e cercare nuove conoscenze che poi incontrava nel pomeriggio fuori casa, lasciando i figli a casa da soli incurante del loro bisogno alimentare.

La madre lasciava una figlia diversamente abile alla sorellina di appena otto anni per molte ore, essendo il fratello al lavoro, ed utilizzava la pensione concessa alla figlia non per acquistare abbigliamento e vitto per la figlia inabile e per gli altri figli ma per sé. Al padre, le due figlie, chiedevano anche capi di abbigliamento indispensabili ed indumenti intimi che sistematicamente venivano persi, forse per non lavarli. Dinnanzi all’indebito uso della pensione della figlia maggiorenne, il padre fa versare la pensione direttamente alla stessa in modo che la somma resti a lei vincolata e la madre non possa distrarla per le sue esigenze.

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Giovedì 07 Marzo 2024 18:06
 
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Giovedì 07 Marzo 2024 17:35

La Giustizia Ingiusta dei tribunali perugini


“Hai 70 anni, sei vecchio e non puoi pretendere nulla,

anzi devi anche pagare le spese legali all’ex -moglie”


Oltre all’assurda conclusione dei giudici umbri, alcuni dei quali, forse, anche più vecchi di questo padre, c’è la beffa di vedersi rigettate le sue lecite richiestee di esserecondannato a pagare l’avvocato di controparte in appello per i 4/5 (€ 3.400, oltre accessori, cioè €. 4.961.01). Poiché la sentenza, per altro, è viziata da un errore materiale, perché il Collegio della Corte d’Appello, erroneamente, non ha considerato che la moglie era stata ammessa al cd. gratuito patrocinio e, quindi, il marito dovrà pagare le casse dello Stato: chissà, quindi, se il Collegio stesso si sarà sbagliato, anche se nell’ambito della propria discrezione, quando ha determinato la cifra che il signore dovrà pagare.Il marito,ritenuto “vecchio”dai giudici del tribunalee Corte d’Appello - che, certamente, non si calpestano i piedi -lavoraregolarmente e la sua prestazione artistica viene non solo continuamente richiesta da tantissime persone ma continua a condividere con l’ex-moglie (per altro, sua socia e con la quale è sempre rimasto in ottimi rapporti); è un ambientalista della prima ora e vive in una casa propria in un villaggio ecologico nelle colline umbre,dove le strade non sono asfaltate per scelta degli oltre quaranta residenti, fra i quali numerosi professionisti.

Per i giudici, però, tutto ciò non conta come non conta il sentimento e le esigenze di una bambina, intelligentissima, che ha compiuto sette anni e che adora suo padre, della cui nascita il genitore era stato tenuto all’oscuro per volontà della moglie e di chi per lei e che ha potuto vedere per la prima volta in un’aula di tribunale quando aveva un anno.Anche questo per i giudici non conta.

Ma andiamo per fila.

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Giovedì 07 Marzo 2024 17:32

Assegno di mantenimento alla moglie:

la Cassazione ci ripensa


avv. Francesco Valentini*

L’assegno di mantenimento per la moglie è il cavallo di battaglia di molte associazione di genere che si avvalgono anche della collaborazione dei centri antiviolenza, che, troppo spesso, contribuisconoa diffondere la cultura delle rivendicazioni del tutto false, con argomentazioni coerenti, ma non vere. Da qui denunce mirate a smontare la credibilità del marito e gettare architettati dubbi su chi deve decidere, giocando anche sul fatto che difficilmente il tribunale dispone indagini sui redditi effettivamente percepiti dalla richiedente, che, come è notoriamente noto, compresi i giudici e i servizi sociali, lavora a nero e percepisce, per i figli, contributi vari da enti pubblici e privati. Ma, anche questa, è un’altra storia o, meglio, un’altra piaga sociale.

Il coniuge che sa di non dover pagare nessun mantenimento alla ex deve far valere le proprie ragioni tramite il proprio difensore, denunciando il sopruso delle istituzioni e pretendendo giustizia anche quando, come sostengono alcuni mariti, è proprio il legale da lui pagato a dissuaderlo a chiedere il pieno rispetto dei propri diritti.

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