Centauro morto a Majano, la Procura dispone la perizia sull’incidente

Chiesta la perizia dopo la morte del centauro a Majano.

La Procura di Udine vuole vederci chiaro sul tragico incidente costato la vita, il 19 agosto 2020, sulla Strada Regionale 463, nel territorio di Majano, al quarantanovenne Marco Vendramini, di Motta di Livenza, nel Trevigiano. L’uomo è stato travolto, dopo essere caduto dalla sua moto, dal conducente di un autoarticolato che non si è fermato, salvo poi essere rintracciato dalle forze dell’ordine. Si tratta del camionistaD. V., bresciano residente a Prevalle, anche lui di 49 anni, indagato per i pesanti reati di omicidio stradale e omissione di soccorso.

Il Pubblico Ministero titolare del procedimento penale per la morte del centauroPaola De Franceschi, dopo l’autopsia sulla salma ha disposto anche una perizia cinematica per ricostruire la dinamica, le cause e le responsabilità del sinistro e anche per comprendere “le ragioni del successivo comportamento dell’indagato” scrive il sostituto procuratore nel suo avviso di accertamenti tecnici non ripetibili firmato il 4 settembre.

Com’è noto, la vittima, apprezzato caporeparto presso la Veneta Isolatori di Ceggia (Venezia), per cause al vaglio della polizia locale di Majano avrebbe urtato con la sua Suzuki un furgoncino Ape Piaggio che lo precedeva. Il mezzo, con due anziani del posto a bordo, era fermo sulla carreggiata. Vedramini ha avuto la fatale sventura, rovinando a terra, di finire nella corsia opposta dove sopraggiungeva il mezzo pesante, che lo ha praticamente schiacciato, senza lasciargli scampo, e che ha tirato diritto. Difficile pensare che il conducente del camion non se ne sia accorto, come si è giustificato, anche perché a smentirlo vi sarebbero dei testimoni. È quindi subito scattata la caccia al pirata, che è stato individuato e messo di fronte alle sue responsabilità a tempo di record dalle forze dell’ordine, già lo stesso pomeriggio del 19 agosto.

Vendramini ha lasciato nell’immenso dolore una figlia di 17 anni, Silvia, l’ex moglie Roberta, gli anziani genitori Amedeo e Maria e il fratello Giancarlo, i quali,per fare piena luce sui fatti e ottenere giustizia, attraverso il responsabile della sede di Treviso, Diego Tiso, si sono affidati a Studio3A-Valore Spa, società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini.

È stata dunque accolta con estremo favore la decisione dell’autorità giudiziaria di voler andare a fondo sul terribile incidente, ordinando questa perizia cinematica, che sarà affidata all’ingegner Enrico Dinon: l’incarico sarà conferito giovedì 17 settembre, alle ore 11, presso la sezione di Polizia Giudiziaria della Polizia di Stato. Alle operazioni peritali parteciperà anche l’ingẹgner Pierluigi Zamunerconsulente tecnico di parte per la famiglia messo a disposizione da Studio3A.

Il Ctu dovrà innanzitutto verificare se sussistano profili di colpa da parte dell’autotrasportatore bresciano nella causazione dell’investimento mortale e, in relazione all’accusa di omissione di soccorso, se egli avrebbe potuto e/o dovuto percepire l’urto con la vittima. La perizia dovrà essere prodotta entro 45 giorni dall’inizio delle operazioni.