Attentato in Congo, chiesta la pena di morte per gli accusati

Nell’attentato in Congo morì anche un carabiniere di Gorizia.

La procura Congo ha richiesto la condanna a morte per i sei uomini accusati dell’attentato nel quale persero la vita l’ambasciatore Luca Attanasio, il carabiniere di Gorizia Vittorio Iacovacci e al loro autista, Mustapha Milambo.

L’uccisione, avvenuta il 22 febbraio 2021 nell’est della Repubblica Democratica del Congo, ha scosso Anche il Friuli Venezia Giulia e tutta la comunità internazionale. La pena di morte è spesso richiesta e comminata in casi di sicurezza nazionale nel paese, tuttavia, negli ultimi 20 anni non è stata mai applicata ed è di solito sostituita con l’ergastolo.

Iacovacci era originario di Sonnino, in provincia di Latina, dove vive la sua famiglia. Dal 2016 era in forza al 13° Reggimento carabinieri “Friuli Venezia Giulia”, che ha sede a Gorizia. Carabiniere esperto e preparato, da settembre del 2020 si occupava della tutela dell’ambasciatore Attanasio.

L’agguato è stato organizzato da uomini armati che hanno attaccato il convoglio del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Pam) con cui viaggiava la delegazione italiana ai margini del Parco nazionale dei Virunga, nella provincia di Kivu Nord, un’area ad alto rischio da oltre tre decenni.

Sono sei congolesi, accusati di omicidio, associazione a delinquere e detenzione illegale di armi e munizioni da guerra. Il capo del commando è tuttora latitante. Nonostante le prime ammissioni fatte dagli imputati, successivamente hanno negato il loro coinvolgimento, sostenendo che tali confessioni sono state ottenute con la violenza.