L’inflazione spinge in su i vitalizi degli ex consiglieri regionali: fino a 500 euro in più al mese

Aumentano i vitalizi degli ex consiglieri regionali e degli eredi.

L’inflazione galoppa e i vitalizi si adeguano: scattano infatti gli aumenti per gli ex consiglieri regionali e, nell’eventualità, per i loro eredi. A stabilirlo è una delibera dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale approvata lo scorso 15 febbraio che stabilisce la rivalutazione Istat degli assegni per un indice pari a 1,081 che si traduce con un aumento dell’8,1 per cento.

Una percentuale che, per gli ex (sono 132 di cui 3 – ossia Roberto Antonaz, Ludovico Sonego e Gianfranco Moretton- sommano anche quelli come ex assessori) e gli eredi (sono 57), significa fino a 500 euro in più al mese, arrivando in alcuni casi a sfondare i 7mila euro (sempre al mese), come accade per gli stessi Antonaz e Moretton e per Giancarlo Cruder (sul sito della Regione sono pubblicati tutti i vitalizi rivalutati). Per le casse della Regione, la spesa si traduce in oltre mezzo milione in più, passando dai 7 ai circa 7,5 milioni di euro.

In un Paese in cui però gli stipendi “normali” stentano ad essere adeguati al caro prezzi con tale velocità, non tutti sono d’accordo e propongono un tetto alle rivalutazioni degli assegni dell’ex: è questo, infatti, il tema di una proposta di legge della consigliera Maria Rosaria Capuozzi, del Movimento 5 Stelle.

“Per ragioni di equità sociale, in un momento storico in cui i cittadini lottano contro il caro vita e contro l’aumento dei mutui, non si può legare l’aumento dell’assegno vitalizio all’indice ISTAT senza porvi un tetto – ha commentato -. Se la rivalutazione ISTAT negli anni non ha inciso più di tanto
su tali assegni, negli ultimi mesi ha raggiunto percentuali considerevoli che mi hanno spinta a intervenire, annunciando, nel mio discorso sulle linee programmatiche, la volontà di depositare una proposta di legge finalizzata, per quest’anno, alla riduzione dei vitalizi e a rivedere il metodo di rivalutazione, prevedendo una soglia massima per il prossimo triennio“. Una misura simile è già stata approvata in Toscana e “la loro legge regionale non è stata impugnata dal Governo Meloni”.

“E’ un dovere politico intervenire rispetto a un privilegio di pochi: nel giro di pochi mesi gli ex
consiglieri regionali si sono visti aumentare la propria quota di assegno mensile dell’8,1% e se il Consiglio Regionale non intervenisse, si vedrebbero aumentare ulteriormente il proprio vitalizio, ottenendo così nel giro di 12 mesi incrementi superiori al 15% rispetto a quanto percepito fino al gennaio di quest’anno”.

“Anche Banca d’Italia ha dovuto ammettere nel suo ultimo Bollettino Economico – conclude la presidente del Misto – che in questo periodo, nonostante i margini di profitto delle imprese siano aumentati lievemente, le retribuzioni non manifestano nel complesso segnali di decisa accelerazione, da qui la nostra idea di intervenire secondo equità. Va ricordato infine che le pensioni calcolate con il sistema contributivo non superano l’ultima retribuzione percepita, qui invece alcuni assegni sono abbondantemente più ingenti delle indennità riconosciute ai
consiglieri regionali. Motivo ulteriore per porre un freno al meccanismo di aumenti“.