La lite e poi i colpi mortali: cosa è successo a Bicinicco e chi è la vittima

L’omicidio in una casa Bicinicco.

Lavorava come operaio per un’azienda fuori regione e faceva rientro nella sua casetta a Bicinicco solo per il fine settimana, Stefano Iurigh, il 43enne ucciso da un’amica, ieri sera, sabato 4 maggio, poco dopo le 21 al termine di una lite. Lei, Silvia Comello, 42enne di Reana del Rojale, è stata arrestata dai carabinieri con l’accusa di omicidio. I militari l’hanno ritrovata poco distante dall’abitazione di via Roma a Bicinicco, dove si era consumato il delitto, con gli abiti ancora sporchi di sangue. Aveva chiamato lei la centrale del 112, dicendo di aver ucciso un suo conoscente.

I soccorritori hanno trovato l’uomo riverso per terra in una stanza della casa già esanime. Diverse le ferite da taglio sul corpo, provocate probabilmente da delle forbici. Poi, all’apice del raptus di follia, la donna aveva cosparso il volto dell’amico con dell’acido muriatico. Non è stato chiarito se tra i due ci fosse una relazione. Di sicuro si erano conosciuti frequentando il Dipartimento delle dipendenze, dal quale erano seguiti. Un passato complicato per entrambi. Stefano aveva ritrovato la luce andando a lavorare fuori regione. Faceva l’operaio nel settore della cantieristica navale e si recava spesso all’estero. Non era mai stato sposato, ma aveva terminato una relazione importante e aveva dei figli. La donna, invece, viveva sola a Reana.

Ieri sera, intorno alle 21, l’epilogo tragico di questa amicizia. Dopo un litigio, la donna ha afferrato l’arma e ha messo fine alla vita di Stefano. Quindi, ha chiamato i soccorsi e ha iniziato a vagare per il paese di Bicinicco senza meta. Non si sa se lei o entrambi fossero sotto l’effetto delle sostanze. Saranno gli esami test tossicologici a dirlo nelle prossimo ore. Arrestata, alla presenza del proprio difensore, dopo aver confessato il delitto per poi chiudersi nel silenzio. Il pubblico ministero Andrea Gondolo ha emesso a suo carico il provvedimento di fermo e, dopo le operazioni di fotosegnalamento, la donna è stata condotta presso la Casa Circondariale di Trieste.

Le indagini svolte dal Nucleo investigativo del Comando provinciale di Udine hanno consentito di ricostruire gli eventi culminati nell’omicidio all’interno dell’abitazione, dove sono stati eseguiti i sopralluoghi da parte dei Carabinieri della Sezione Rilievi. Si cerca ancora di determinare il movente e l’esatta dinamica del delitto.