A Trieste più contagiati dal coronavirus che in Veneto, si accende il caso

Zalukar chiede più attenzione per gli ospedali.

Durante il primo ritorno alla normalità portato dalla Fase 2, si discute ancora sull’esistenza o meno di un “Caso Trieste” riguardante l’alto numero di contagi registrati nella provincia. La provincia di Trieste pare essere in lieve ritardo rispetto allo sviluppo del resto della regione nella battaglia contro il coronavirus.

Il consigliere Walter Zalukar afferma l’esistenza di un “Caso Trieste”. “Al 21 maggio risultano 1365 casi, corrispondenti a 582 casi per 100mila abitanti, contro una media regionale di 265 per 100mila abitanti – commenta -, i decessi in provincia di Trieste sono stati 178 su un totale di 323, pari al 55,1%, e se rapportati alla popolazione risultano il triplo:  i deceduti a Trieste 76 per 100mila abitanti a fronte di una media regionale di 27 per 100mila abitanti”.

Il valore della provincia di Treste è superiore rispetto a quello delle province del Veneto che riporta per Belluno 568 decessi su 100 mila abitanti e per le altre i valori di: Verona 545, Padova 418, Vicenza 328, Venezia 310, Treviso 298 e Rovigo 187.

Secondo Zalukar l’epidemia nella provincia di Trieste sta vedendo una diminuzione più lenta rispetto al resto della regione, proprio perché il 71% dei casi ancora presenti si collocano all’interno della zona di Trieste.

Un’ulteriore problematica sollevata dal consigliere è la percentuale di pazienti guariti all’interno delle case di riposto che si aggira attorno all’11%.
“Si tratta della percentuale più bassa della regione, fattore che potrebbe essere spiegato con il fatto che a Trieste la trasmissione del virus stia continuando in misura superiore rispetto alle altre province”.

Per quanto riguarda i contagi in ambito sanitario Zalukar afferma: “Sembra indubbio che quasi il 60% delle persone che si sono ammalate a Trieste si trova nell’ambiente sanitario e in quello delle strutture residenziali per anziani”, chiedendo di concentrare l’attenzione sugli ospedali considerati possibili nuovi focolai di coronavirus.

“Se non si dedicherà sufficiente attenzione a questi, verificando e correggendo quello che non sta funzionando, si rischierà di vanificare gli sforzi e i sacrifici fatti fin qui non solo da operatori e amministratori, ma da tutti i cittadini”, conclude.