Il legno della Carnia per il Punto Luce di Save the Children a Milano nato per contrastare la povertà educativo nel quartiere Gallaratese.
Il legno naturale ridà equilibrio e serenità alla persona: lo sanno gli psicologi e anche gli architetti dello studio Aoumm che hanno ideato il nuovo presidio di socialità realizzato da Save the Children a Milano, scegliendo la carnica Legnolandia per la realizzazione della parte strutturale. Il Punto Luce, il 27° della Ong in Italia e il terzo nel capoluogo lombardo, intende contrastare la povertà educativo nel quartiere Gallaratese. Sorge al posto di una struttura degradata e accoglierà in varie attività oltre un migliaio di bambini e adolescenti all’anno.
Costruita appunto interamente in legno, con materiali ecocompatibili e soluzioni energetiche efficienti, è caratterizzata da una forma circolare e spazi aperti, dinamici e versatili pensati per accogliere i minori e offrire soluzioni flessibili e creative nello svolgimento delle varie attività. L’edificio, di 650 metri quadri circa, ha un tetto verde con una copertura vegetale e pannelli solari, piante che cambiano a seconda delle stagioni e un impianto fotovoltaico capace di coprire l’intero fabbisogno del Punto Luce. La struttura racchiude un cortile interno, mentre intorno si trova un ampio giardino esterno di circa 2.000 metri quadri con alberi, camminamenti e piazzole in pavimentazione drenante.
La costruzione più sostenibile mai realizzata da Save the Children.

“Il Punto Luce di via Ojetti a Milano è di fatto la costruzione più sostenibile mai realizzata da Save the Children – commenta con orgoglio il presidente di Legnolandia Marino De Santa -. Il progetto mostra tutta la sua esclusività in quanto ha forma circolare irregolare con una copertura piana, parzialmente completata a verde a nord e a fotovoltaico a sud. Tutta la struttura è retta da una intelaiatura in legno certificato Pefc formata da travi lamellari e pareti a telaio che vanno a realizzare la forma tonda e irregolare. Il rivestimento esterno in assi di larice spaziati e posti in verticale, sono intervallati con ampie facciate vetrate che danno sia sull’esterno del fabbricato sia sulla parte interna sulla corte, stile giardino giapponese, con un effetto dentro-fuori straordinario”.
Gli elementi in legno sono stati realizzati negli stabilimenti del gruppo Legnolandia di Forni di Sopra, Sutrio e Villa Santina, per poi essere montati in loco.
“Per il progetto – aggiunge Luca Astorri, cofondatore di Aoumm – sono state utilizzate diverse tipologie di legno non trattato per la struttura e le finiture, come l’abete per pilastri e struttura portante, l’okoumé e il larice per il rivestimento esterno. Quest’ultimo, con sfumature calde e rosate, è stato scelto anche per il suo comportamento nel tempo: esposto al sole, muterà colore e aspetto, suggerendo un’architettura che invecchia con grazia e racconta il tempo che passa. Abbiamo voluto che l’edificio fosse vivo, in trasformazione. Tra 15 o 20 anni potremmo addirittura rinnovarne la facciata semplicemente invertendo le lamelle. È un approccio circolare, consapevole e poetico allo stesso tempo”.


