Il taglio della lana delle pecore e la leggenda del pastorello friulano

Il taglio della lana delle pecore avveniva, e avviene, nel mese di aprile prima della transumanza e della monticazione all’Alpe e nel mese di ottobre, quando le pecore sono ritornate dai pascoli estivi e si rintaneranno nelle calde stalle dei singoli proprietari.

Il taglio della lana in base alle stelle.

Pastori e allevatori si regolavano per il taglio della lana seguendo l’osservazione delle stelle che fungevano da orologio stagionale. Le stelle indicavano ai contadini e agli allevatori il tempo di alzarsi e coricarsi. Di giorno, l’ora era determinata, per consuetudine, dal riferimento di un punto convenzionale, come le cime dei monti e la proiezione dell’ombra solare sul terreno.

I tempi delle stagioni erano differenti per i ritmi lavorativi degli agricoltori, degli allevatori di bestiame e dei pescatori. A segnare per tutti il trascorrere del tempo, erano le feste del calendario religioso, accompagnate da un ricco elenco di proverbi che formava la sapienza popolare.

La leggenda del pastorello.

Si racconta che, moltissimi anni fa, un pastorello che portava a pascolare le pecore decise di fermarsi in un prato dall’erba molto folta, poco distante da un piccolo torrente. Dopo aver fatto merenda, prese sonno e si addormentò all’ombra di un ombroso albero di noci.

Quando si svegliò, vide sul prato della biancheria stesa ad asciugare. L’aveva appena raccolta, piegata con cura e posta accuratamente sotto l’albero, quando gli apparve una bella e gentile fanciulla. Il pastorello le porse la biancheria e la ragazza disse: “Cosa chiedi per questo lavoro?”. Il pastore, un po’ perché colto di sorpresa, un po’ perché era timido, non pronunciò una parola.

Allora, la giovane disse: “Quando ritorni a casa, di’ alle pecore: “Joska bianca, Joska allegra.” E ripetilo quando ti serve”. E poi, all’improvviso, come arrivò, scomparve. Verso sera, quando, fatte rientrare le pecore nella stalla pronunciò le parole suggeritegli dalla fanciulla, grande fu la sorpresa quando vide arrivare molte pecore e poi ancora e ancora pecore, fino a formare un gregge come mai si era visto da quelle parti.

E ogni volta che ripeteva le parole magiche, arrivavano ancora nuove pecore. Fu così che il pastorello diventò molto ricco, potè vivere felice e contento, fu marito premuroso e padre di tre bambini.