Il Friuli si rimette in moto, ma sono oltre 18mila le aziende ancora sospese

La panoramica sul primo giorno della fase 2.

Anche il Friuli oggi ha celebrato la ripartenza dopo il lungo lockdown causato dal coronavirus. Un traguardo per molti, ma non ancora per tutti. Infatti, sono ancora ben 18.238 le localizzazioni di impresa totalmente sospese e oltre 9mila quelle che possono operare solo per asporto o domicilio. A fare il punto sulle attività ancora chiuse è Nicola Serio, responsabile dell’ufficio studi di Confartiginato- Imprese Udine.

L’istantanea restituisce una regione a più velocità di ripresa: su quattro aziende, una è ancora al palo per un totale superiore al 24 per cento. Mare e montagna sono le più penalizzate e a pagare i conti è soprattutto Lignano Sabbiadoro, il comune con il maggior tasso di attività ancora chiuse, ben il 55 per cento su un totale di quasi duemila imprese. La località balneare è seguita poi da Tarvisio, Sappada, Grado, Villesse, Aiello e Martignacco. Inoltre, a livello provinciale, la percentuale più alta delle sospensioni si registra a Trieste (30,7%), Gorizia (28,1%), Udine (23,9%) e Pordenone (20,6%).

“C’è ancora molta strada da fare per tornare alla normalità – commenta il presidente di confartigianato Imprese Fvg, Graziano Tilatti -. Oggi abbiamo iniziato quella che va considerata come una fase di rodaggio”. Tilatti invita la Giunta Fedriga a fare pressioni in Conferenza delle Regioni per poter riattivare i settori ancora chiusi. “Ora bisogna che un assist arrivi dal Governo: le imprese non possono indebitarsi, ci vogliono importanti contributi a fondo perso. E ci vuole anche una particolare attenzione da parte di chi sarà chiamato a controllare”, conclude il presidente.