Un corridoio di passaggio da Austria alla Germania per salvare l’estate del Friuli

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La protesta degli operatori turistici.

Il turismo e i pubblici esercizi attendono risposte di prospettiva e certezze sulla fase 2, da cui dipende la riapertura di migliaia di aziende del Friuli. Il settore vive la totale incertezza del momento e la Fipe Confcomercio (Federazione italiana pubblici esercizi) esige maggiori chiarimenti. Ristoratori, albergatori, baristi e operatori turistici non sanno ancora, a stagione ormai compromessa, quale protocollo di sicurezza saranno chiamati a seguire.

Fipe chiede regole certe “non come gentile concessione alla categoria, ma come riconoscimento di un ruolo di servizio sociale per la comunità”, sottolineano i rappresentanti. Preoccupa poi anche la posizione dei clienti all’interno dei locali che saranno sanificati e dotati dei dispositivi di sicurezza individuale. Tuttavia, i titolari delle attività desiderano che i turisti si sentano ancora dei commensali e che vivano la vacanza con serenità.

Inoltre, si valuta la possibilità di creare un corridoio di libero passaggio tra Austria e Germania da estendere fino alla Croazia, così da permettere una maggiore crescita economica. A questo quadro piuttosto dubbioso e critico,si aggiunge il problema della reperimento della forza lavoro, tanto più in presenza di prevedibili restrizioni sulla libertà di spostamento da una regione all’altra.