Sei mesi di coronavirus in Fvg, ecco come il Covid ha cambiato le nostre vite

Come il coronavirus ci ha cambiato la vita in Fvg.

Il 29 febbraio il coronavirus entrava ufficialmente in Fvg. Esattamente sei mesi fa nella nostra regione, più precisamente a Gorizia, è stato registrato il primo caso di Covid-19.

Da allora, la forzata convivenza con il Covid ha segnato in modo inesorabile le nostre vite. Impossibile dimenticare il lockdown, che per due mesi ha costretti tutti a casa, eccetto chi si muoveva per lavoro e pochi altri motivi “permessi”. A scandire le nostre vite ci hanno pensato le ordinanze del governatore Fvg, Massimiliano Fedriga, accompagnate anche da qualche dubbio con relativi chiarimenti nelle Faq della Protezione civile regionale. Il prossimo provvedimento è atteso per il 31 agosto. Abbiamo dovuto imparare a convivere con mascherine e igienizzanti, con percorsi separati di ingresso e uscita.

Dai tamponi alle mascherine, quanto ha speso la Regione Fvg per il Covid.

E se tanti hanno riscoperto il piacere di stare a casa con i propri affetti, per molte attività economiche sono stati (e spesso continuano a esserlo) tempi duri. Molti i ristoranti e i locali che hanno dovuto gettare la spugna, fiaccati dal lungo periodo di chiusura e incertezze. E secondo parecchi analisti economici, i “veri” risvolti del coronavirus li vedremo in autunno.

E poi, c’è il lato sanitario. A un mese dal primo caso conclamato in Fvg, il territorio era nel pieno dell’emergenza. Il 29 marzo, secondo il bollettino ufficiale della Regione, erano stati accertati 1.480 contagi da coronavirus, con un aumento di 44 in più rispetto al giorno precedente. Purtoppo, il computo dei decessi era stato ritoccato al rialzo con 11 morti in più. A pagare dazio, spesso, sarebbero state anche le case di riposo, dove molti anziani fragili non sono sopravvissuti alla pandemia. In totale, in Friuli Venezia Gi, ci sono stati 3.748 casi e 197 persone decedute, delle quali 77 a Udine, 68 a Pordenone e 6 a Gorizia.

In mezzo a tanta paura e incognite, molti ricordano anche il lento ritorno alla “normalità”. La fase 2 sancita da uno dei Decreti del governo, quella partita il 4 maggio e che permetteva di incontrare nuovamente i familiari. Un momento toccante per molti, quelli costretti a separarsi dagli affetti più cari per lunghi, interminabili mesi. E poi, la graduale riapertura delle attività, dai bar ai parrucchieri. Sino alla fase 3, quella attuale.

E mentre si attende, tra mille problematiche, la riapertura delle scuole – chiuse da febbraio – in Fvg, per recuperare un altro pezzo di “vecchia vita”, il coronavirus ha cambiato le nostre vite. E la speranza è tornare alla normalità al più presto.