Suicidio assistito, via libera in Commissione alla proposta di legge

Foto di gruppo in piazza Oberdan a Trieste per i promotori della campagna Liberi subito, insieme ai consiglieri regionali intervenuti

Nuovo passo in avanti per la proposta di legge sul suicidio assistito.

Dopo l’Emilia-Romagna, la Toscana, il Veneto e l’Abruzzo anche la Commissione di garanzia per i procedimenti referendari del Friuli-Venezia Giulia,  all’unanimità,  ha dichiarato ammissibile la proposta di legge di iniziativa popolare regionale “Liberi Subito” sul suicidio medicalmente assistito, promossa dall’Associazione Luca Coscioni, che aveva depositato lo scorso 11 agosto 8.266 firme raccolte grazie alle Cellule Coscioni presenti sul territorio. Entro 10 giorni, la delibera verrà pubblicata sul Bollettino Unico Regionale e successivamente il testo della proposta sarà assegnato alla Commissione competente, dando inizio così al percorso che porterà la proposta di legge in Consiglio Regionale.

“Siamo soddisfatti della dichiarazione di ammissibilità, che conferma la fondatezza istituzionale e politica della nostra proposta. Nel vuoto assoluto offerto dalla politica nazionale sul tema, è urgente che le Regioni si attrezzino, come previsto dal giudicato costituzionale, per non lasciare senza risposta la domanda di persone costrette a subire la tortura di sofferenze insopportabili contro le proprie volontà.”, hanno dichiarato Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e Filomena Gallo, segretaria dell’Associazione Luca Coscioni e coordinatrice del collegio legale di studio e di difesa che ha seguito “Anna.

La vicenda di “Anna”, donna triestina di 55 anni, affetta da sclerosi multipla, a seguito dell’ordinanza cautelare pronunciata dal Tribunale di Trieste, nelle scorse settimane ha riacceso il dibattito sul tema, quando ha finalmente ottenuto una prima risposta determinata dalla verifica delle sue condizioni da parte della “Commissione per l’accertamento dei requisiti SMA” dell’azienda sanitaria ASUGI, che ha verificato la presenza dei requisiti necessari per l’accesso alla morte volontaria assistita.

La Commissione di garanzia per i procedimenti referendari presieduta da Dario Grohmann e composta in tutto da 7 membri eletti dal Consiglio regionale, tra magistrati a riposo, docenti universitari, avvocati ed ex consiglieri regionali (si tratta di Luca Boschetti e Mario Puiatti), ha stabilito all’unanimità l’ammissibilità della proposta di legge di iniziativa popolare promossa dall’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, la quale, forte di circa 7.000 firme effettive, ha elaborato un testo contenente “Procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito”.

Bullian: “Un passo nella giusta direzione”.

“Cittadine e cittadini chiedono a gran voce una chiara e forte azione istituzionale per riconoscere il diritto al fine vita con tempi e procedure certe, già sancito dalla Corte Costituzionale”, commenta il consigliere regionale del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg Enrico Bullian – , che è il primo firmatario della mozione sul fine vita “sottoscritta, per il momento, da rappresentanti di tutti i Gruppi consiliari di Opposizione, la cui discussione in Aula è stata rinviata a fine novembre dopo un approfondimento che dovrebbe iniziare a breve sul tema in III Commissione consiliare, competente per materia“.

“Anche la deliberazione della Commissione di garanzia – aggiunge l’esponente del Patto-Civica – è un passo nella giusta direzione per l’attuazione di un diritto che può interessare tutti e che vede la popolazione largamente favorevole in maniera trasversale. Oggi è anche l’occasione per ringraziare l’associazione Luca Coscioni per aver promosso questa proposta, le cellule regionali per aver organizzato la raccolta delle sottoscrizioni, i volontari e gli autenticatori che l’hanno supportata e i cittadini che hanno aderito con entusiasmo. E’ doveroso che la III Commissione e il Consiglio regionale si adoperino per colmare questa mancanza legislativa riallineando le istituzioni alla società, lasciando libertà di scelta e il rispetto delle volontà delle persone che si trovano nelle condizioni estreme di sofferenza previste dalla Corte costituzionale. In Friuli Venezia Giulia – conclude Bullian – anche diversi Consigli comunali del territorio di Gorizia e della Bassa Friulana hanno deliberato a larga maggioranza a favore della mozione sul fine vita”.

Cabibbo: “Passaggio formale, no ad entusiasmi immotivati”.

Andrea Cabibbo (FI)

Considerazioni opposte per Andrea Cabibbo, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, rilevando che “la Commissione di garanzia non è entrata nel merito della questione, non avendo alcun potere di esaminare il testo della proposta di legge e dunque non comprendo gli ennesimi entusiasmi dinnanzi ad un passaggio neutro e formale. Sarà la politica, come è giusto che sia, a dire che cosa ne pensa questa regione sul suicidio assistito”.

“La Commissione di garanzia per i procedimenti referendari si è riunita ieri e ha semplicemente stabilito la regolarità delle firme raccolte per la presentazione di una proposta di legge nazionale (Pdln) sul suicidio assistito.

Da un punto di vista amministrativo e politico non è cambiato assolutamente niente, poiché la Commissione, a differenza di quanto accade in relazione ai referendum, non effettua alcun vaglio di ammissibilità della proposta di legge, ma è solamente chiamata a provvedere alla verifica e al computo delle firme degli elettori al fine di accertarne la regolarità. L’iter dunque rimane lo stesso di qualsiasi altro provvedimento di legge: il documento verrà esaminato nella Commissione competente del Consiglio regionale, nel caso specifico la III, e poi approderà in Aula“.

Cabibbo rileva che “pur rispettando tutti i cittadini che hanno firmato la Pdln, rilevo che c’è nella nostra regione una maggioranza silenziosa che ben comprende il pericolo che si cela dietro questa iniziativa, ossia quella di introdurre una prima forma di eutanasia, peraltro solo a livello locale, con conseguenti disparità di trattamento. Usare strumentalmente un Consiglio regionale come cavallo di Troia per superare le mura del Parlamento mi pare poco corretto e, soprattutto, illusorio, poiché è impensabile, anche per chi non è un esperto di diritto, che su una questione così importante e delicata, che riguarda il bene fondamentale ed inalienabile dell’uomo, ossia la vita, possano decidere le singole Regioni”.

“Vorrei chiarire una cosa: non mi sottraggo al confronto politico, anzi – rimarca l’esponente forzista -, ma ritengo che sul fine vita e sulla possibilità per una persona di suicidarsi a spese di un ente pubblico debba intervenire solo e soltanto una legge nazionale, non foss’altro perché la sentenza della Corte costituzionale da cui ha preso il via questa iniziativa di legge popolare è una sentenza additiva di principio che richiede, come la stessa precisa, l’intervento del Parlamento”.