Gli sfalci eccessivi rovinano la biodiversità del Friuli, la denuncia degli ambientalisti

Gli interventi invasivi sono un danno per l’ambiente.

Fanno discutere gli sfalci eccessivi nella bassa friulana. A parlarne è l’associazione ambientalista “Eugenio Rosmann” di Monfalcone che denuncia così il danno per la biodiversità. Il gruppo chiede una diversa gestione dei corsi d’acqua naturali, seminaturali e dei canali di bonifica.

Nello specifico sono due gli episodi che hanno spinti gli ambientalisti ad agire. In località Cà Viola, ad Aquileia, una stazione della specie rarissima di giungo fiorito è stata interessata da interventi di sfalcio e dissodamento che l’hanno totalmente cancellata. Inoltre, questi lavori sono stati eseguiti anche in un canale a Fiumicello dove è stato sfangato il sedimento del fondale. Qui era stato individuato il raro gambero di fiume e il panzarolo.

Tuttavia, a preoccupare l’associazione anche la trinciatura della vegetazione acquatica del fiume Tel a San Lorenzo. Questi tagli provocherebbero la distruzione dei nidi degli uccelli acquatici. Inoltre, sottraggono all’ambiente specie rare e minacciate. Gli ambientalisti poi sostengono l’importanza degli insetti pronubi per il contrasto ai parassiti. Ritardando lo sfalcio e mantenendo le fioriture si produrrebbero effetti positivi anche per le attività agricole. Per questo servirebbe mantenere l’ultimo prato vicino all’acqua tutelando i nidi situati a ridosso.

Con l’approssimarsi della stagione secca anche il rischio idraulico pare limitato, quindi gli interventi di sfangamento potrebbero essere rinviati all’autunno. Questi lavori sembrano controproducenti dato che l’abbassamento della falda causata dal taglio incrementa l’aridità.

L’associazione chiede quindi di adottare diverse modalità operative che prendano in considerazione anche le esigenze ecologiche di piante e animali. Infine, una diversa gestione permetterebbe un miglioramento paesaggistico con ricadute nella pesca sportiva, turismo naturalistico e agricoltura.