Dalla città di Udine alla Carnia, il bilancio dei progetti dei primi 5 anni di Cantiere Friuli

Un momento dell'incontro nell'auditorium Carlo Sgorlon in via Margreth, a Udine

I progetti di Cantiere Friuli.

Sono molti i risultati ottenuti tra il 2017 e il 2021 da “Cantiere Friuli”, il progetto avviato cinque anni fa dall’Università di Udine coinvolgendo il territorio: Regione, enti locali, imprese, associazioni e popolazione studentesca.

Tra i principali la maratona d’idee e il protocollo d’intesa per lo sviluppo di Udine come città universitaria, le proposte per la rigenerazione di Borgo Grazzano, il contributo all’elaborazione dello Statuto della Comunità di Montagna della Carnia. E ancora: lo studio propedeutico alla redazione del Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche nel capoluogo friulano, un portale per il riuso delle attrezzature dismesse, 55 eventi pubblici e 36 collaborazioni con enti terzi.

Un Friuli ascoltato e stimolato con proposte, idee, workshop, seminari, analisi e studi: dall’andamento demografico ai settori imprenditoriali emergenti; dalla rigenerazione delle aree industriali all’intenzione all’espatrio dei giovani laureati.

Il bilancio dei progetti di Cantiere Friuli.

Il bilancio della prima fase del progetto e le prospettive future (2022-2025) sono stati presentati all’Auditorium Sgorlon del polo universitario udinese di via Margreth. Presenti all’incontro: il rettore Roberto Pinton; il delegato per il progetto Cantiere Friuli Mauro Pascolini; il presidente del Consiglio regionale Piero Mauro Zanin; il sindaco di Udine Pietro Fontanini e il presidente regionale dell’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani Ivan Buzzi, sindaco di Pontebba.

“Il progetto Cantiere Friuli – ha spiegato il rettore Roberto Pinton nel suo intervento introduttivo – è stato avviato nel 2017 nell’ambito delle iniziative con cui l’Ateneo ha ricordato i 40 anni dalla sua istituzione, sancita dalla legge nazionale sulla ricostruzione delle zone terremotate nel 1976. Attraverso una lettura in chiave restitutiva dello spirito che guidò allora la rinascita, l’obiettivo principale dell’Università è stato stimolare un nuovo sviluppo sociale, economico, ambientale, digitale e tecnologico”.

“Lo ha fatto coinvolgendo le risorse umane dell’Ateneo e del territorio regionale, in un’azione di dialogo e co-progettazione volta anche a supportare i decisori politici. Il progetto è stato finanziato dall’Università con 600 mila euro, nell’ambito del proprio Piano Strategico. Ha coinvolto 41 docenti e ricercatori e 45 esperti esterni. Cantiere Friuli – ha sottolineato il Rettore – è una esperienza unica e originale del nostro Ateneo, che ben rappresenta il ruolo che l’Università deve e può svolgere nel rapporto con il territorio in cui opera. Un esempio concreto, e particolarmente apprezzato anche nella valutazione a livello nazionale, della cosiddetta terza missione”.

A Mauro Pascolini, delegato del Rettore per Cantiere Friuli, il compito di presentare i risultati raggiunti nei primi quattro anni e le prospettive future. “Il progetto si è proposto al territorio come agenzia di sviluppo locale ed esempio di buone pratiche. Dal rapporto tra l’Università e il Friuli, tra saperi e competenze interni ed esterni all’Ateneo, sono nate azioni concrete e progettuali. Numerose le collaborazioni avviate con enti locali, alcune tuttora in corso. Braccio operativo di Cantiere Friuli sono state le sue Officine: gruppi di lavoro, composti da professori, ricercatori e referenti esterni del territorio, a cui è stato assegnato uno specifico ambito di analisi e di interazione. Un’interazione attraverso la quale il progetto è diventato un “marchio di riconoscimento” dell’Ateneo friulano, testimone e garante dell’apertura al territorio dell’Università”.

Nove le aree tematiche affrontate dalle Officine: Autonomia e istituzioni; Demografia e territorio; Nuovi fattori produttivi e nuova imprenditorialità; Persone, comunità e servizi sociosanitari; Rigenerare la città e il territorio (sviluppata attraverso due “sotto-officine”: Boscoregione e La città inclusiva); Sistemi digitali di supporto avanzato alle decisioni strategiche per il territorio; Montagna; Rigenerare il capitale territoriale.

Un video proiettato nel corso dell’incontro, con le testimonianze dei referenti, ha completato la panoramica sui principali esiti raggiunti da Cantiere Friuli.

I progetti per la città di Udine.

Diversi risultati riguardano la città di Udine: l’analisi degli immobili sfitti e delle possibili destinazioni d’uso in Borgo Grazzano; lo studio propedeutico alla redazione del Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche (PEBA); la firma della lettera d’intenti – tra Comune, Università, Camera di Commercio e categorie di settore – per lo sviluppo del locale Distretto del commercio; le idee per una Udine più smart e universitaria raccolte tra oltre 60 studenti dell’Ateneo e delle scuole superiori. Nell’ambito di Cantiere Friuli è stato anche firmato, nel 2019, un protocollo d’intesa tra Comune e Ateneo per rafforzare le iniziative volte a una maggiore integrazione tra la comunità cittadina e quella universitaria. Concretizzate inoltre numerose altre collaborazioni, tuttora in corso, che hanno riguardato la mobilità sostenibile, la formazione, l’aggiornamento ICT.

Il bilancio di Cantiere Friuli per il Fvg.

Guardando all’intero territorio regionale, alcune iniziative realizzate sono state: l’elaborazione di una proposta progettuale per il risanamento dell’area industriale inquinata di Torviscosa; un approfondimento, assieme alla Regione Friuli Venezia Giulia, in vista della stesura delle linee guida per le Aree produttive ecologicamente attrezzate (APEA); il masterplan per una riqualificazione ciclabile, pedonale e urbana con il Comune di Tavagnacco; la collaborazione per l’elaborazione dello Statuto della Comunità di Montagna della Carnia; il partenariato in numerosi progetti che hanno riguardato l’area montana della regione (Terre Alte tra confini e frontiere; Estensioni; Ikarus; Vetrine digitali; Alpi Educanti; Terre d’Incanto, PNRR Borghi, Percorsi spericolati, ecc.). E ancora: l’implementazione del Portale del Riuso – finalizzato al riutilizzo delle attrezzature dismesse dall’Ateneo – e del portale www.orientasalute.it, con numerosi contenuti per una informazione condivisa e partecipata del Terzo settore e dei servizi socio-sanitari.

I commenti.

“Dopo questa fase di Cantiere Friuli, ricca di risultati e di indicazioni – ha affermato il delegato per il progetto Mauro Pascolini – si intende proseguire migliorando le azioni e coinvolgendo ancora di più le risorse umane interne ed esterne all’Università di Udine. La messa in rete del patrimonio di esperienze maturato permetterà di rendere il progetto ancora più efficace, in una logica di crescita della consapevolezza dell’originalità del territorio e dell’Ateneo. Saranno favorite così nuove prospettive di sviluppo, in particolare attraverso partenariati e co-progettazioni”.

Per il presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia Piero Mauro Zanin “Cantiere Friuli rientra pienamente in quella che è stata chiamata la terza missione dell’Ateneo, dopo ricerca e didattica, ovvero la volontà di trasferire le conoscenze al territorio di riferimento per alimentarne lo sviluppo. È un compito particolarmente importante, specie nei momenti difficili che il Patto tra l’Università friulana e il territorio firmato nel 2008″. Zanin ha parlato di un progetto utile e che “deve continuare, ribadendo nel suo intervento l’importanza della questione friulana, un territorio che ha perso da 15-20 anni la capacità di essere locomotiva dell’intera regione”.

Per il sindaco di Udine Pietro Fontanini, il progetto “ha il merito di avere attualizzato quel modello che il nostro territorio fu in grado di definire all’indomani del sisma del 1976 e che vide nell’Università, istituita sulla spinta di una fortissima richiesta popolare, non solo uno dei cardini ma anche e soprattutto un’istituzione finalmente rappresentativa del popolo friulano. Il bilancio di questi primi cinque anni di lavoro del Cantiere dimostra che la strada è quella giusta perché l’Università mantiene il suo obiettivo e la sua vocazione di sviluppare il Friuli attraverso il suo radicamento in esso. Un grazie al rettore Pinton, al corpo docente e a tutti gli studenti per questo loro impegno”.


Ivan Buzzi, presidente regionale dell’Uncem e sindaco di Pontebba, considera Cantiere Friuli “un progetto importante per offrire prospettive nuove al territorio montano, per generare, attraverso un ragionamento condiviso, strategie e possibili soluzioni per uno sviluppo sociale, economico e ambientale. L’Unione fa la forza”.

L’assessora regionale al Lavoro, formazione, istruzione, ricerca, università e famiglia Alessia Rosolen, rimasta a Trieste per impegni istituzionali, ha fatto pervenire un messaggio di apprezzamento da parte dell’Amministrazione regionale, definendo “Cantiere Friuli una sperimentazione innovativa, dimostrazione tangibile di quanto l’Ateneo friulano sia diventato protagonista attivo della vita civile del Friuli Venezia Giulia, un’Istituzione capace di raccogliere nuove idee e di contribuire a disegnare politiche in risposta alle emergenze che stanno mostrando le nostre comunità vulnerabili e indifese. Dalla crisi demografica a quella ambientale, passando per l’emergenza educativa, abbiamo bisogno – afferma Rosolen – di un’Università all’altezza della situazione che stiamo vivendo capace di contribuire a dare risposte a una regione che da sempre dimostra di voler essere competitiva e attrattiva. L’università di Udine ha nella sua stessa ragion d’essere questa missione e ha dimostrato, nelle grandi evoluzioni della società, una grande capacità di interazione tra città, imprese e territorio”.

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