Buttrio, il legno e l’arredo un trampolino per il futuro dei giovani

L’incontro per far fronte alla moria di professionalità nel settore.

La manualità sembra essere fuori moda, così come il riappropriarsi delle tradizioni locali, in primis l’arte tipicamente (e orgogliosamente) friulana di saper lavorare il legno. Lungi dall’anacronistica immagine del “falegname Geppetto”, oggi chi sceglie questo nobile mestiere – e similari – guadagna soddisfazioni, oltre a un decoroso stipendio e un lavoro assicurato già il giorno dopo il diploma. Altro che andare a fare i camerieri all’estero con una laurea in tasca: l’America sta qui, tra il distretto della Sedia e quello del Mobile, dove centinaia aziende sono pronte ad accogliere i mestieri di un tempo, sì, ma rivisitati in chiave moderna e super tecnologica.

Della necessità di comunicare alle famiglie quanto il Legno-Arredo possa essere un trampolino di lancio per i loro figli se ne è parlato a Buttrio, martedì sera, in una partecipata assemblea convocata dal Cluster Arredo/Casa a cui hanno presenziato tutti i portatori di interesse: Camere di Commercio, associazioni di categoria, sigle sindacali, rappresentanti del comparto, scuole (Malignani, Carniello, Solari).

“Un coinvolgimento concreto – commenta il presidente del Cluster Franco di Fonzo -, soprattutto i dirigenti scolastici si sono mostrati pronti e agguerriti. Ci si rende conto infatti che agli occhi delle famiglie l’immagine del comparto è rimasta ferma a 20 anni fa. Risultato: oggi manca tutta una categoria di operatori che sta tra l’operaio e l’ingegnere. Le nostre scuole sono titolate a fare questo tipo di formazione e ci attiveremo a tutti i livelli per comunicare ai ragazzi stessi che lavorare nel Legno è una cosa bella, ed è sicuramente più divertente e creativo di altri settori”.

“Il vento è cambiato da un pezzo – conferma il direttore Carlo Piemonte -, basta con l’immagine di Geppetto, anche il falegname, oggi, è un artigiano evoluto, che conosce la qualità, i materiali, la tecnologia. Al pari le grandi industrie hanno fatto percorsi di crescita e innovazione notevole. La filiera formativa dell’Arredo – che va dai corsi rapidi di reinserimento, come la Soft Design Academy che ha dato occupazione immediata a tappezzieri e cucitori richiestissimi e introvabili, fino all’ITS per le figure di export manager – è una realtà di peso nel sistema economico regionale. Le assunzioni sono continua in crescita, e tutti i diplomati delle tre scuole di riferimento trovano lavoro ancora prima di uscire con il diploma in amano. Purtroppo diplomati sono insufficienti, pochi gli iscritti”.

La sfida più grande, di cui il Cluster si farà portavoce in Regione, è quella di giungere a un progetto efficace che renda noto alla popolazione questo cambio di rotta, che vede nei due distretti due fulcri imprescindibili. “Dati alla mano, bisogna guardare con fiducia al comparto, un vero trampolino di lancio verso il futuro, con enormi possibilità di crescita professionali dei nostri giovani sul territorio”.

“La crescita esponenziale del settore dovrebbe rendere interessante il Legno Arredo agli occhi delle nuove generazioni – ribadisce la dirigente scolastica dell’Isis Brugnera Simonetta Polmonari -. Da parte nostra, valorizzeremo ancor di più la cultura del fare, che è la chiave vincente di questa comunità da sempre. L’attività manuale è un valore aggiunto offerto dalle nostre scuole, ma chi sceglie questo percorso formativo, che non preclude affatto l’eventuale ingresso all’università, sa fare tante cose, per esempio progettare. L’obiettivo quindi non è solamente andare a lavorare come operaio, seppur specializzato, ma anche diventare imprenditori di sé stessi, fare design, acquisire il gusto del bello. Non è insomma un professionale qualsiasi. Ci auguriamo che il connubio, già evidente per la nostra scuola, con il territorio e le aziende possa diventare ancora più forte”.

“Bisogna far capire le opportunità di impiego, praticamente garantite, per chi segue questo percorso: i diplomati trovano immediatamente collocazione nel settore – conferma Mauro Damiani, vicepresidente Cluster e presidente nazionale Confartigianato Legno -. Bisogna invertire il sentiment sul settore legato a vecchi pregiudizi: il comparto ha numeri in crescita e i periodi difficili del passato sono stati ampiamente superati. Oggi sia la piccola impresa artigiana che la grande industria investono in nuove linee produzione automatizzate con controllo alfanumerico e in tecnologie di ultima generazione. Altro che Geppetto”.

Fa invece autocritica Assolegno, per voce del presidente Marco Vidoni: “Siamo già andati forse oltre il tempo massimo. Le aziende hanno urgenza di figure specializzate che fatichiamo a trovare. Dobbiamo collaborare con le scuole per far capire cosa serve al mercato. Prima, è brutto dirlo, ci si “rubava” le risorse tra aziende, una politica miope di cui ora vediamo i risultati: oggi queste figure mancano a tutti”. Anche per Vidoni la carta vincente sta nel far appassionare i giovani all’attività manuale e artigianale, “screditata rispetto ai percorsi ritenuti più nobili, e ora abbiamo “sfornate” di laureati in sovrabbondanza, Eppure la nostra regione è sempre stata un bacino di professionalità, e ora lo stiamo perdendo. Tocca rimboccarci le maniche e recuperare anni persi in formazione, dobbiamo veicolare il messaggio di quanto sia soddisfacente creare con le proprie mani qualcosa di bello e utile, il tutto al passo con le nuove tecnologie”.