Ancora incertezze sul futuro dei lavoratori Pigna a Tolmezzo: in 64 a rischio

L’incontro sul futuro della Pigna a Tolmezzo.

Non si diradano le nubi sul futuro della storica azienda Pigna di Tolmezzo, con 64 lavoratori in bilico. Si è tenuto recentemente nel capoluogo carnico un incontro tra il rappresentate sindacale Uil, Paolo Battaino, accompagnato da rappresentanza sindacali dei lavoratori della Pigna di Tolmezzo e il deputato di Fratelli di Italia, Walter Rizzetto. Al vertice, promosso dal referente del circolo tolmezzino di FdI, Lorenzo Marchese, hanno partecipato il coordinatore FdI Alto Friuli, Franco Baritussio ed il consigliere comunale tolmezzino Marioantonio Zammolo.

La vicenda è nota ed è salita agli onori della cronaca in prossimità della festa del lavoro grazie alla presa di posizione dei rappresentanti sindacali, del consigliere Zamolo e della referente Fdi, Laura Tosoni. Poste italiane con una gara per l’assegnazione di commesse per la fornitura di buste improntata al massimo ribasso ha spiazzato due storiche e consolidate aziende italiane: la Pigna di Tolmezzo e la Blasetti di Roma, che complessivamente occupano circa 260 lavoratori. E questo ha determinato elementi di difficoltà per il mantenimento dei livelli occupazionali delle due aziende, con timori per il futuro dei 64 posti di lavoro della storica industria cartotecnica.

Fratelli d’Italia non intende abbassare la guardia o fermarsi a prese di posizione puramente retoriche. A conferma, come spiega Battaino, le criticità non sono ancora emerse nella loro interezza perché non è pensabile un ridimensionamento lineare direttamente collegato alla riduzione delle commesse di Poste italiane (prevalentemente fornitura di buste per lettere). Sarà necessario valutare il nuovo piano di sviluppo aziendale per calcolare gli effetti in termini di perdite di lavoro che, assieme al collegato indotto , fanno già paventare il rischio di perdere decine di posti di lavoro.

Questi sono gli effetti, secondo Rizzetto, di una politica strettamente aziendalistica da parte di Poste italiane che basandosi sulle leggi per gli appalti volte all’assegnazione delle forniture a chi può praticare il massimo ribasso in un contesto di libera circolazione delle merci e dei prodotti facilita la concorrenza devastante di altri paesi che possono applicare costi del lavoro minore a prescindere dalla garanzia di igiene e sicurezza per i propri lavoratori e di minori controlli ambientali. “Il massimo ribasso, sottolinea, è ancora meno comprensibile da parte di una azienda praticamente sottoposta al controllo dello Stato che per scelte meramente orientate al massimo profitto appaiono efficienti ma di fatto sono spesa pubblica che diviene non efficace in quanto comportano una ricaduta sociale, come disoccupati e perdita di know- how artigianale, che impoverisce lo stesso Stato

“Altrimenti , hanno concluso i partecipanti all’incontro, la pressione concorrenziale dell’est europeo o dell’est asiatico diverrà la pietra tombale della manifattura nazionale, cosa che già ha prodotto da anni un generale indebolimento della struttura delle piccole e medie imprese
“Ci troviamo di fronte, come sottolineato dal consigliere Zamolo, ad un paradosso che in una Carnia in declino demografico e in svantaggio socio economico. Ora i dati demografici sono impietosi: Tolmezzo – rimarca Zamolo – è arretrata a livelli demografici di fine anni 60, a differenza di quanto accade a Maniago o Spilimbergo, oppure San Daniele , Gemona, Cividale.

Rizzetto ha ribadito la sua piena disponibilità ma ha anche affermato che per ottenere un risultato tangibile sia necessario che le forze sindacali, auspicabilmente in forma unitaria, nei confronti del ministero del lavoro puntando all’obiettivo che appare legalmente perseguibile del congelamento della gara di appalto per almeno un anno.

In un territorio come quello della montagna friulana – chiosa Fratelli d’Italia – ogni posto di lavoro va difeso ad oltranza ed in questo vi è la massima diponibilità dei rappresentanti di FdI”.