I contagi in Fvg crescono più della media italiana, il rapporto e i dati che preoccupano

In Fvg contagi cresciuti più della media italiana.

In Friuli Venezia Giulia la diffusione del coronavirus continua a correre. Lo certificano i numeri elaborati dalla Fondazione Gimbe, condotto nella settimana dal 7 al 13 ottobre.

Rispetto ai 7 giorni precedenti, su scala nazionale c’è stato un incremento esponenziale nel trend dei nuovi casi (35.204 contro 17.252) a fronte di un moderato aumento dei casi testati (505.940 rispetto a 429.984). Si osserva poi un netto incremento del rapporto positivi/casi testati (7% contro 4%). Dal punto di vista epidemiologico crescono i casi attualmente positivi (87.193, erano 60.134) e, sul fronte degli ospedali, impennata dei pazienti ricoverati con sintomi (5.076 rispetto a 3.625) e in terapia intensiva (514, il valore precedente 319). Crescita costante anche sul fronte dei decessi, 216 contro i 155 della settimana precedente.

Riguardo al quadro regionale, spicca un numero su tutti. In Fvg, rispetto ai sette giorni precedenti, nel periodo di tempo considerato c’è stato un incremento di casi totali del 13,2%, un valore superiore a quello della media italiana che si attesta sul 10,7%. E se è vero che in 12 regioni (a partire dall’Umbria, dove l’impennata è stata del 30,9%) l’aumento percentuale è stato maggiore, c’è comunque poco da sorridere.

Attualmente, in Fvg ci sono 116 positivi ogni 100.000 abitanti, un numero al di sotto del valore medio nazionale – pari a 144 – e ai vertici di quello italiano: soltanto in 6 regioni c’è un dato inferiore. Sono 885 i casi testati in regione, pari al 6% dei positivi. Il Friuli Venezia Giulia spicca anche per un altro riscontro numerico: la percentuale complessiva di pazienti ospedalizzati sul totale dei casi attualmente positivi, rispetto ad una media nazionale del 6,4%, oscilla dal 2,6% della nostra regione (dato migliore in Italia) al 10,2% della Liguria.

È un fatto, però, che le cifre continuano a crescere. Oggi i nuovi contagi scoperti sono 136, ma soprattutto si sono registrati due decessi e 18 casi tra i minori. A tal proposito, il vicegovernatore Riccardo Riccardi ha sottolineato che oggi la maggior parte dei contagi tra i ragazzi da 0 a 18 anni, ovvero il 50%, avviene negli ambiti familiari e amicali e solo il 10% di essi avviene in ambito scolastico.

“Nell’ultima settimana – afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe – si rileva un raddoppio dei nuovi casi, a conferma di un incremento esponenziale che si riflette anche sulla curva di pazienti ospedalizzati con sintomi e in terapia intensiva. Inoltre, con il netto aumento dei casi si rendono molto più evidenti le numerose variabilità regionali, oltre che provinciali”.

A lanciare l’allarme, anche per la situazione negli Stati contermini, è anche il segretario regionale del Pd, Cristiano Shaurli. “Non possiamo più nasconderci dietro un dito: la situazione è di nuovo davvero grave. È grave nei Paesi a noi vicini, pensiamo alle dichiarazioni del primo ministro Kurz in Austria, pensiamo alla costituzione di nuove zone rosse in Slovenia, pensiamo al lockdown messo in campo in Francia, Olanda o Spagna. In un contesto come questo l’Italia è stata esempio per tutto questo periodo e può continuare a esserlo. Non possiamo però fare alcun passo indietro”.

Per l’esponente dem “non servono meno tamponi, servono più tamponi, serve la capacità di tracciare i contagi, serve scaricarsi l’app Immuni, essere vicini e dare una mano ai nostri operatori sanitari. Oggi – aggiunge – è il momento di evitare al nostro Paese nuove chiusure, con buon senso ed evitando rischi inutili”, conclude Shaurli.