Feste e riti della Candelora nella tradizione friulana

Il 2 febbraio, in tutte le chiese del Friuli, si rinnova la festa della Candelora, festa antichissima, dapprima celtica e poi cristiana. Nel III-IV secolo, celebrava la purificazione di Maria Vergine al tempio, avvenuta, secondo il Vangelo di Luca, il quarantesimo giorno dopo la nascita di Gesù.

Le tradizioni della Candelora.

La festa della Candelora porta con sé tradizioni culturali, miti e simboli, tempi stagionali e astrologici intrecciati dai riti pagani e la ricorrenza celtica di Imbolc, la festa della luce dell’inverno che celebrava la fecondità del bestiame, la nascita dei capretti e degli agnelli.

Imbolc, per i Celti, era una delle grandi feste stagionali con cui l’antico popolo ricordava, seguendo il calendario nordico, la celebrazione delle date degli equinozi, dei solstizi e le quattro feste di mezza stagione: Samhain, Beltane, Luggnasa e Imboc.

Con questa festa, si solennizzavano i primi chiarori dell’imminente stagione primaverile, lo smorzarsi dei rigidi freddi invernali, i primi tiepidi segni verso il risveglio della natura e il ritorno alla stagione calda, ricca di luce e di sole.

Il proverbio proclama.

Ricorda un antico proverbio popolare: “Alla festa della Candelora, dell’inverno siam per metà dentro e per metà fora, ma se piove, nevica o tira vento, dell’inverno siamo dentro”. Un tempo, era tradizione delle famiglie contadine, nel giorno della festa della Candelora, mangiare all’aperto, sui riparati e rassicuranti poggioli al tepore del primo caldo sole di mezzogiorno.

I vari riti di purificazione.

Nei campi, era celebrato il rito della purificazione con l’accensione dei falò, in cui l’ultimo della stagione coincideva con quello di mezza Quaresima, che segnava definitivamente la chiusura della vecchia stagione e del torpore della natura.

La festa cristiana della Candelora, con la celebrazione del rito delle candele nel mese di febbraio, nel mezzo dell’inverno, rinnova il profondo significato sacrale in un momento di transito stagionale della natura in cui muovono i primi elementi vitali. La fiamma benedetta delle candele accese nelle chiese è il simbolo del ridestarsi dall’oscurità della natura.

Un tempo, dopo la benedizione delle candele, che avviene durante la celebrazione della Messa della Candelora, seguiva la processione in chiesa con le candele accese, guidata dal clero che vestiva i paramenti di colore violaceo, simbolo di austerità e di penitenza.

Le candele benedette, portate a casa dai fedeli, venivano appese in camera vicino all’acquasantiera, dietro le porte di casa, nei granai, nei fienili e nella stalla, venivano riposte negli armadi e nelle cassapanche affidando loro la funzione di contrastare e tener lontano ogni presenza negativa.

Le candele venivano poi accese in particolari occasioni: nel caso di calamità naturali, di forti temporali, tempeste, durante un parto difficile o l’agonia di una persona moribonda per supportare la buona partenza dell’anima.