Le Pro loco del Fvg generano affari per 200 milioni: lo dice la Cgia di Mestre

L'assemblea delle Pro Loco Fvg a Tavagnacco (foto Petrussi)

Lo studio della Cgia di Mestre sulle Pro loco Fvg.

Prima assemblea per il Comitato regionale del Friuli Venezia Giulia dell’Unione nazionale tra le Pro Loco d’Italia dopo il lockdown. Rimandata in primavera allo scoppio dell’emergenza coronavirus, la convocazione straordinaria per approvare il nuovo statuto, in previsione delle elezioni che si terranno il 5 settembre, si è svolta oggi nell’area festeggiamenti di Tavagnacco, ospiti della Pro Loco cittadina. L’occasione ha visto anche la presentazione dello studio sul valore socioeconomico delle Pro Loco commissionata dall’Unpli nazionale alla Cgia di Mestre: si tratta della prima volta in tutta Italia che lo studio viene presentato in una sua versione regionale.

Il Friuli Venezia Giulia in molti indicatori positivi ha percentuali superiori della media nazionale (e il primato per quanto riguarda la formazione sulla sicurezza) e per quanto riguarda la ricaduta dei suoi eventi, dalle sagre ad altre manifestazioni, sul territorio e le aziende locali “vale” 200 milioni di euro l’anno, ovvero il 10% del valore totale nazionale (2,1 miliardi di euro). Una tangibile testimonianza del valore che viene reinvestito sul tessuto economico del Friuli Venezia Giulia. Numeri basati sui dati 2018 elaborati nel 2019: ora il Covid-19 ha imposto a due Pro Loco su 3 di annullare, posticipare o ripensare i propri eventi nel 2020.

“Ma oltre ai dati economici – ha dichiarato il presidente del Comitato regionale Valter Pezzarini – quello che risalta dallo studio dell’Unpli nazionale e Cgia di Mestre è il grande valore sociale per le comunità e il territorio rappresentato dall’opera dei volontari delle Pro Loco, che anche in questa estate così particolare, rispettando le regole sanitarie, stanno provando a organizzare dei momenti aggregativi molto importanti per la popolazione. Lo studio ha analizzato 1.400 eventi tra sagre e altri appuntamenti a livello regionale, appurando che portano a oltre 1 milione di presenze. Eventi che non solo solo divertimento e aggregazione ma anche valorizzazione del patrimonio locale materiale, tra natura e beni storici, e gestione di servizi, a partire da quelli turistici, senza dimenticare la solidarietà sociale che proprio durante il lockdown ha visto le nostre Pro Loco aiutare la Protezione civile, distribuire borse della spesa, mascherine e aiutare nella pulizia di strade e cimiteri oltre a donare direttamente 25 mila euro. Oggi a Tavagnacco abbiamo avuto modo di confrontarci sul futuro e di poter ringraziare la Regione e gli altri soggetti che ci sostengono”.

La vicinanza della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia è stata ricordata dall’assessore alle attività produttive e turismo del Friuli Venezia Giulia Sergio Emidio Bini, che ha annunciato un prossimo intervento nella legge di assestamento di bilancio e lodato Pezzarini e il Comitato per il lavoro vincente di squadra.

I dati dello studio (risalenti al 2018 ed elaborati nel 2019) della Cgia di Mestre vedono in Friuli Venezia Giulia 220 Pro Loco con 23 mila soci che sono tutti volontari attivi (a livello nazionale, su 600 mila soci sono 300 mila quelli attivi, che donano in totale all’anno 25 milioni di ore di volontariato). Di questi volontari attivi in Friuli Venezia Giulia il 57% sono uomini e il 43% donne, il 57% ha un’età tra i 35 e 64 anni (in Italia il 54%), il 25% 65 anni e più (18%), il 18% meno di 35 anni (28%). Sono 800 le sagre e fiere e 600 gli altri eventi (dalla passeggiate agli eventi artistici, dalle rievocazioni storiche allo sport ai seminari e presentazioni di libri), per un totale di mille 400 appuntamenti organizzati dalle Pro Loco del Friuli Venezia Giulia che richiamano 1 milione di partecipanti (di questi il 44% sono famiglie, il 31% giovani, il 25% anziani). Il 72% delle Pro Loco regionali s’impegna in interventi di sostegno o di solidarietà sociale, contro la percentuale nazionale del 57%. Ben l’81% di Pro Loco in regione ha partecipato a corsi sulla sicurezza contro la percentuale nazionale del 61% e il 100% di esse svolge la raccolta differenziata contro il 93% nazionale.