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Data

Dic 20 2019
Evento terminato!

Ora

20:45

L’onore perduto di Katharina Blum a San Vito al Tagliamento

Elena Radonicich e Peppino Mazzotta i protagonisti nell’adattamento del romanzo di Böll

Prosegue la tournée in Friuli Venezia Giulia della nuova produzione del Teatro Stabile regionale. Dopo il debutto di fine ottobre L’onore perduto di Katharina Blum farà tappa venerdì 20 dicembre alle 20.45 all’Auditorium Centro Civico di San Vito al Tagliamento. La pièce, tratta dall’omonimo romanzo di Heinrich Böll del 1974, è diretta Franco Però e ha per protagonisti Elena Radonicich e Peppino Mazzotta assieme agli attori della Compagnia del Teatro Stabile.

Nell’azione scenica l’irreprensibile segretaria Katharina Blum incontra a un ballo di carnevale Ludwig Götten, un piccolo criminale, sospetto terrorista. Trascorre la notte con lui e l’indomani, non del tutto consapevole della situazione, ne facilita la fuga. Katharina viene brutalmente interrogata dalla polizia con la quale collabora solo in parte. Nel frattempo la stampa scandalistica, attraverso lo spietato giornalista Werner Tötges, violando ripetutamente la privacy di Katharina e manipolando le informazioni raccolte, ne fa prima una complice del bandito e poi una vera e propria estremista.

Il tema è drammatico, ma la struttura costruita da Böll è lieve, piena di simpatia per il personaggio, ed ironica. Lo scrittore, con straordinaria abilità, per tutto il racconto, non fa che parodiare il linguaggio della stampa scandalistica, con i suoi luoghi comuni, le moralizzazioni spicciole, le espressioni alla moda, la sua piattezza intrinseca.

La forma del romanzo è quella del giallo: ma dove si parte dall’atto già avvenuto, andando avanti e a ritroso, permettendoci così di vedere quell’incubo mediatico che avvolge la protagonista, con le sue menzogne che ne distruggono le relazioni sociali ed intime, portandola al gesto estremo.

Nonostante siano trascorsi più di quarant’anni dall’uscita del romanzo, si rimane colpiti

dall’attualità di alcune problematiche emerse nel secondo dopoguerra e sviscerate da Böll nei primi anni ’70: tra queste vi sono senza dubbio quelle riguardanti l’uso dei mezzi di comunicazione di massa e le forme di violenza intrinseche al linguaggio mediatico.