La crisi che ha spaccato la giunta regionale in Friuli Venezia Giulia: cosa succede adesso

La crisi della maggioranza in Friuli Venezia Giulia: le decisioni del presidente Fedriga e tutte le ipotesi in campo.

E adesso che la crisi della maggioranza in Friuli Venezia Giulia è esplosa, cosa succede? Dopo che sette assessori su dieci hanno rimesso il loro mandato nelle mani del presidente Massimiliano Fedriga, la Regione Friuli Venezia Giulia è dentro una specie di limbo. Da una parte Lega, Forza Italia e fedrighiani di ferro, dall’altra Fratelli d’Italia. Che fare? Fedriga si è preso 48 ore di tempo, giusto quelle che mancano al già previsto incontro con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in programma martedì 20.

Lì, in quella sede, si decideranno i destini di questa giunta e di questa maggioranza, esplosa dopo le dichiarazioni del ministro FdI Luca Ciriani, che aveva senza tanti mezzi termini affossato la gestione della sanità regionale. Mandando su tutte le furie il segretario regionale del Carroccio, Marco Dreosto, che aveva dato fuoco alla miccia della crisi.

Ma ora i cocci sono ancora per terra, fumanti. E alla base c’è uno scontro che guarda non solo al presente, ma anche al futuro. La Lega non ha mai nascosto di voler puntare al terzo mandato di Fedriga, cosa della quale invece Fratelli d’Italia non vuole nemmeno sentir parlare. Uno scontro che è rimasto mesi a covare. Con Forza Italia che si trova nel mezzo del guado, e che però attraverso le parole del segretario regionale Sandra Savino ha scelto di appoggiare Fedriga: “Lealtà al centrodestra e spirito unitario sono la forza della nostra coalizione. Piena fiducia nel presidente Fedriga e nell’assessore Riccardi“.

Le ipotesi.

Adesso, per Fedriga l’obiettivo può essere uno solo: ottenere rassicurazioni dalla presidente Meloni sulla volontà di FdI di sostenere la sua azione di governo senza ulteriori fughe in avanti. In altre parole, la presidente del Consiglio dovrebbe smentire un suo ministro, Ciriani appunto. Che tra l’altro è del suo stesso partito. A quel punto la posizione di Fedriga ne uscirebbe rafforzata, e la questione si potrebbe risolvere con un rimpasto di giunta per riequilibrare i rapporti di forza all’interno della maggioranza.

Ma non è affatto detto che vada così. In alternativa, se la ricomposizione dovesse fallire, non è escluso un ritorno anticipato alle urne. Una cosa che al momento dell’elezione di Fedriga sembrava inimmaginabile. In tal caso, Fedriga potrebbe decidere di farsi sfiduciare, sfruttando la possibilità di candidarsi per un terzo mandato, ipotesi resa possibile dalla normativa che consentirebbe il tris se il secondo mandato non superato i due anni, sei mesi e un giorno.