In Friuli Venezia Giulia sempre meno artigiani.
La crisi dell’artigianato colpisce duramente anche il Friuli Venezia Giulia: secondo i dati della Cgia di Mestre, negli ultimi dieci anni la regione ha perso quasi 8.000 artigiani, passando dai 38.885 del 2014 ai 31.128 del 2024, con una diminuzione del 19,9%. Solo nell’ultimo anno, tra il 2023 e il 2024, la contrazione ha riguardato 1.433 unità, pari al 4,4%.
Nonostante questi numeri allarmanti, la situazione della nostra regione è migliore rispetto alla media nazionale (- 22,4% in dieci anni) e di realtà come quelle del Centro Italia che hanno visto calare le botteghe artigiane di quasi il 30% (- 28,1% nella Marche, -26,9 in Umbria). Anzi, il Fvg è, assieme al Trentino Alto Adige (- 15,7%), la regione del Nord che registra un calo più contenuto.
Il calo degli artigiani nelle province del Friuli Venezia Giulia.
Il calo interessa tutte le province della regione, con impatti significativi sul tessuto economico locale. La riduzione degli artigiani rischia di compromettere servizi di manutenzione e riparazione, dalla piccola idraulica all’elettronica, rendendo sempre più difficile reperire figure professionali specializzate. A questa difficoltà si somma l’invecchiamento della popolazione artigiana e la mancanza di giovani che scelgono percorsi professionali nel settore.
In Fvg, le province che hanno registrato la diminuzione più significativa sono quelle di Gorizia e di Trieste che tra il 2023 e il 2024 hanno perso rispettivamente il 5,5 e il 5,4% di professionisti (un calo che le piazza al 22° e al 23° posto in Italia). Va meglio a Udine e a Pordenone, dove in un anno, sono andati persi “solo” il 4,1% (pari a quasi 650 imprenditori artigiani) e il 4%.
Le proposte per salvare gli artigiani.
Secondo l’Ufficio Studi della CGIA di Mestre, che ha analizzato i dati, la crisi è frutto di fattori multipli: concorrenza della grande distribuzione e del commercio elettronico, aumento della burocrazia, alti costi fiscali e locativi, ma anche un cambiamento culturale che ha svalutato il lavoro manuale. Il risultato è che nel Paese ci sono più avvocati (233.000) che idraulici (165.000), a testimonianza di un forte disallineamento tra domanda e offerta di mestieri tecnici.
Non tutti i settori artigiani sono in crisi: benessere (parrucchieri, estetisti, tatuatori), ristorazione e informatica registrano crescita, ma la maggior parte delle attività tradizionali continua a soffrire. In Friuli Venezia Giulia, come nel resto d’Italia, le piccole botteghe artigiane nei borghi e nei centri storici rischiano di scomparire, con conseguenze negative sull’economia locale e sull’identità culturale dei territori.
Gli esperti propongono misure come un reddito di gestione per chi apre o gestisce un’attività artigiana nei comuni sotto i 10.000 abitanti e investimenti mirati nell’istruzione professionale per favorire il ricambio generazionale. La politica nazionale sta lavorando alla riforma della legge quadro sull’artigianato, con misure che dovrebbero semplificare la vita delle imprese, ampliare i consorzi e facilitare l’accesso al credito.