Medici perplessi sulla nuova App per le ricette dei farmaci del Friuli

Il sindacato dei medici scettico sul progetto dell’App.

Da una parte c’è il vicegovernatore Fvg con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, che annuncia la nascita imminente di una app che consenta di ricevere le ricette dei farmaci direttamente sul telefonino. Dall’altra, il sindacato Snami (Sindacato nazionale autonomo medici italiani) che esprime tutte le sue perplessità sul progetto. È un botta e risposta, quello sulla nuova tecnologia.

“Grazie alla collaborazione dei medici e dei pediatri in Friuli Venezia Giulia presto sarà possibile superare uno dei ritardi nella digitalizzazione che il nostro Paese sta scontando e ricevere le ricette dei farmaci direttamente tramite una app per smartphone – ha fatto notare Riccardi -. Se in passato avessimo investito di più sulla tecnologia oggi cittadini e professionisti subirebbero meno i disagi derivanti dalla riduzione dei contatti sociali, quindi dobbiamo adottare strumenti che possano rivelarsi utili anche in futuro”.

Ma l’innovazione non convince lo Snami. “Pare che l’app sia utilizzabile da massimo il 25-30% dei cittadini Fvg”, fa notare il presidente del sindacato, Stefano Vignando. Il sindacato dei medici ha inviato, alcuni giorni fa, una lettera allo stesso Riccardi, al direttore centrale della Salute e al presidente di Insiel, per evidenziare altre problematiche. “In tema di emissione delle ricette farmaceutiche – scrive Vignando – le recenti misure emergenziali legate alla pandemia in corso hanno introdotto la possibilità di invio al cittadino del cosiddetto NRE, Numero di ricetta elettronica, codice tramite il quale, recandosi in farmacia, lo stesso può ottenere la dispensazione del farmaco prescritto, di fatto però non abolendo il promemoria cartaceo, ma spostandone l’onere della stampa sul soggetto erogatore, cioè la farmacia convenzionata”.

Se viene ridotto l’assembramento dei pazienti nelle sale d’attesa, riducendo così le possibilità di contagio da Covid-19, il sindacato fa notare alcune criticità. “Non tutti i cittadini – scrive Vignando – hanno la disponibilità di uno strumento, elettronico o meno, per ottenere dal medico il numero. Questo crea disparità nella completa fruizione dell’assistenza. Anche per chi ne abbia la possibilità, non sempre è facile gestire stringhe numeriche molto lunghe o files PDF da scaricare tramite casella di posta elettronica, e ciò in particolar modo per gli assistiti più anziani”.

Lo Snami ha chiesto, per questo, alla Regione di adottare il modello già presente in Veneto e nella provincia autonoma di Trento. Ovvero una vera dematerializzazione della ricetta, attraverso la quale i cittadini possono presentarsi in farmacia dotati della sola tessera sanitaria e il farmacista, leggendo con una pistola elettronica i dati del documento, può accedere così alle ricette da erogare.