Il Friulano non si tocca, pioggia di critiche contro il senatore Menia

Le reazioni del Fvg al disegno di legge del senatore Roberto Menia.

Il disegno di legge costituzionale a firma Roberto Menia e le sue successive dichiarazioni stanno scatenando moltissime critiche in Friuli Venezia Giulia. Il senatore ha proposto la modifica dell’articolo 12 della Costituzione aggiungendo un comma che definisce l’italiano “lingua ufficiale della Repubblica” precisando che “tutti i cittadini hanno il dovere di conoscerla e il diritto di usarla”. Nel mirino finisce quindi anche il Friulano che, secondo il senatore, non serve che sia insegnato a scuola.

Le reazioni.

Per Forza Italia il Friulano è irrinunciabile.

“Nessuna nostalgia per i nazionalismi novecenteschi. La valorizzazione delle peculiarità culturali costituisce un aspetto irrinunciabile per il Friuli Venezia Giulia, Regione orgogliosamente autonoma. Quelle di Roberto Menia, parlamentare eletto in Liguria, sono parole fuori dal tempo”.

Lo afferma in una nota il capogruppo di Forza Italia nel Consiglio regionale del Fvg, Giuseppe Nicoli, ponendo l’accento sulla necessità di “promuovere le specificità territoriali, che arricchiscono i giovani nel loro percorso di crescita e maturazione anche a scuola. Non è ammissibile che qualcuno pensi di soffocare la nostra specialità a colpi di slogan nazionalistici. L’obiettivo è tendere verso un’Europa delle Regioni e questo percorso non può prescindere da una consapevolezza piena delle proprie radici e della propria identità”.

“La pandemia e la guerra – aggiunge l’esponente forzista – hanno riportato nel cuore dell’Europa antiche paure. Il pericolo cinese, a lungo latente e forse sottovalutato, si è palesato sotto forme diverse e molto impattanti. Il 2022 ha riportato la guerra nel nostro continente. Abbiamo il dovere di diffondere una cultura di coesione per dare sostanza al concetto di Europa delle Regioni e, cedere a derive nazionalistiche, significa mettere in discussioni conquiste culturali, storiche e geopolitiche preziose e irrinunciabili”.

“Questa è una Regione a statuto speciale, nella quale le minoranze linguistiche e gli idiomi locali – conclude Nicoli – rappresentano un tratto distintivo di cui andare orgogliosi. Pericoloso e avvilente che qualcuno pensi di annientare le specificità“.

Patto per l’Autonomia: “Fatto gravissimo”.

“Siamo di fronte a un fatto gravissimo”, spiega il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo, annunciando la presentazione di una mozione del Gruppo Consiliare per chiedere che la Giunta Fedriga prenda immediatamente le distanze dalle dichiarazioni di Menia.

“Ma Menia dimentica – o ignora – che l’insegnamento della lingua friulana è elemento costitutivo e qualificante del percorso educativo, poiché garantisce a bambini e ragazzi tutti i vantaggi di un’educazione plurilingue e di una formazione che conduce alla creazione di una cittadinanza europea attiva e consapevole“.

“Ricordiamo inoltre a Menia che autonomia e specialità del Friuli-Venezia Giulia trovano fondamento proprio nella presenza delle minoranze linguistiche e nella loro tutela – conclude il capogruppo del Patto per l’Autonomia –. O il senatore pensa che pure quelle siano superflue?. Ci chiediamo infine cosa ne pensino delle dichiarazioni del senatore di Fratelli d’Italia i suoi colleghi di partito in Consiglio regionale e se il presidente Fedriga condivida le posizioni espresse da un suo alleato nella coalizione di centro-destra. Crediamo che il Consiglio Regionale debba prendere immediatamente posizione su questo tema e presenteremo una mozione in tal senso”.

La reazione del Pd.

“Nel Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia si può giurare e si può intervenire in aula in italiano, friulano e sloveno – commenta il segretario regionale Pd Fvg Renzo Liva – . Ciò in virtù delle nostre culture linguistiche, della nostra storia sul tanto tribolato confine. E‘ una ricchezza, una libertà e una risorsa per i nostri figli, cui è chiamato a essere garante il presidente Fedriga: da lui mi aspetto una chiara presa di posizione anche come presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome”.

Il segretario dem ricorda “l’orgoglio di usare pubblicamente il friulano manifestato nel tempo da tanti consiglieri regionali e anche attuali assessori” e si chiede se “sono d’accordo con Menia o hanno qualche imbarazzo. Perché noi – conclude – abbiamo anche qualche brivido”.

“Meglio se Menia si occupa del ponente ligure dov’è stato eletto – continua il del consigliere regionale Cristiano Shaurli – . In Friuli Venezia Giulia non ci servono le sue ammuffite crociate contro le lingue minoritarie o minorizzate. Penso neanche a Zaia e ai 18 deputati della Lega che hanno appena presentato un progetto di legge per aggiungere il veneto tra le lingue storiche tutelate dalla legge 482/99, Fedriga chiarisca se è quella di Menia l’autonomia e il futuro che ha in mente per la nostra Regione”.

La Lega.

Il friulano, così come tutte le lingue minoritarie, non è in discussione né mai lo sarà finché la Lega sarà parte del Governo nazionale e regionale. Si mettano il cuore in pace i dem Shaurli e Iacop”, afferma il consigliere regionale Alfonso Singh.

“In Regione – aggiunge il leghista – grazie all’amministrazione Fedriga si stanno muovendo importanti passi in avanti per tutelare il friulano e rafforzare la nostra specialità e autonomia. Penso al grandissimo lavoro quotidiano dell’Arlef (Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane), al rinnovo della convenzione per il friulano in Rai, al sito web multilingue del Consiglio regionale o anche alla prima conferenza organizzata dalla Regione per tutte le lingue minoritarie presenti nel territorio”.

“Gli attacchi da sinistra al presidente Fedriga sono del tutto fuori luogo, poiché è chiaro che non ha potestà sui disegni di legge presentati a Roma. Invece di agitarsi inutilmente – conclude Singh – agli esponenti del Pd suggerisco di evitare la strumentalizzazione di proposte parlamentari che probabilmente non saranno neanche calendarizzate“.