Pochi treni in Friuli e meno posti a sedere, la protesta dei pendolari

La ripresa del traffico ferroviario.

Con la ripresa della libera circolazione, si fa difficile la vita dei pendolari sui treni del Friuli. Limitazioni di orario e meno posti a sedere mettono a rischio l’offerta del servizio per gli utenti e i gestori che devono far quadrare i bilanci dopo tre mesi di lockdown.

Per affrontare i problemi logistici della ripresa del traffico ferroviario, il Comitato pendolari del Friuli, insieme a quello del vicino Veneto, incita al ritorno della situazione antecedente al coronavirus. Per questo i pendolari, vista anche i favorevoli dati sanitari, chiedono l’implementazione delle corse in modo da garantire tutte le fasce orarie per l’inizio di luglio.

Inoltre, per ovviare alla mancanza del distanziamento sociale, resta obbligatorio l’uso della mascherina. Il Comitato poi sottolinea la necessità di valorizzare il treno come mezzo turistico per aiutare il comparto in crisi. Attivare un’offerta estiva porterebbe al potenziamento dei servizi, soprattutto nelle linee di forte attrazione.