Referendum contro la caccia in Fvg, Tondo dice no: “A rischio sicurezza e lavoro”

Il no del parlamentare Renzo Tondo al referendum sulla caccia.

Il presidente Renzo Tondo del movimento Autonomia Responsabile Fvg, Deputato del gruppo parlamentare “Noi con l’Italia”, non condivide la campagna referendaria avviata per impedire l’esercizio della caccia. L’eventuale effetto abrogativo, infatti, determinerebbe conseguenze negative non soltanto sotto il profilo economico con la contrazione del Pil e la perdita di posti di lavoro, ma anche nel campo della sicurezza per la circolazione stradale, della salute pubblica e del contenimento dei danni all’agricoltura.

Ormai il mondo venatorio è uno dei principali fattori di regolazione degli equilibri ambientali ed ecologici; basti considerare gli ultimi provvedimenti del Ministero della Sanità indirizzati alle Regioni dove si indica l’attività dei cacciatori come quella più efficace per contenere il diffondersi della peste suina africana.

Gli incidenti stradali, tra i veicoli e la fauna selvatica – anche quelli mortali già presenti in numeri preoccupanti – in assenza di un controllo da parte dei cacciatori subirebbero aumenti esponenziali con una lievitazione dei costi a carico del servizio sanitario nazionale e regionale. Altrettante conseguenze negative si ripercuoterebbero sul mondo agricolo, già penalizzato da un’eccessiva presenza di ungulati.  Ciò si rifletterebbe sull’aumento dei costi di gestione regionali per gli indennizzi ed i risarcimenti già in numeri che superano il milione di euro per il solo Friuli Venezia Giulia.

In definitiva conclude Tondo – in una società complessa ed un territorio antropizzato come quello che viviamo la caccia ha assunto un ruolo non più rinunciabile, oltre ad essere un’attività regolamentata in modo puntuale e adatto al raggiungimento degli scopi conservazionistici.