L’allarme degli psicologi Fvg: “In classe tra i ragazzi ora cresce la paura contagio”

Gli psicologi del Fvg si dicono pronti a supportare i ragazzi.

Affrontare la paura di tornare a scuola con l’aiuto degli psicologi la cui attività è garantita in tutte le scuole della Regione. Questa l’urgenza che si sta profilando a pochi giorni dalla ripresa delle lezioni per le classi seconde e terze medie al 100 per cento e per le superiori al 50 per cento.

“Piuttosto che domandare alla Regione – ricordano i consiglieri dell’Ordine degli psicologi del Fvg e referenti per l’Ordine dell’area di psicologia scolastica Valentina Segato e Iztok Spetič – la possibilità dell’esonero dalla presenza scolastica con la richiesta di attivazione di Dad non per motivi legati ad isolamenti e quarantene bensì per le paure che molti studenti lamentano, sarebbe opportuno ricordare che, grazie ai bandi attivati fin dall’inizio dell’anno, negli Istituti sono operativi gli psicologi nell’accompagnare gli alunni in questo percorso fino al termine delle lezioni”.

I ragazzi – proseguono – si trovano spesso ingabbiati, comprensibilmente, in fobie e paure anche legate al contagio sia personale sia dei propri familiari, in disagio nell’uscire e riprendere una pseudonormalità mai del tutto normale”.

Se al vertice delle richieste di didattica a distanza, non per motivi legati al Covid, si nasconde la paura di contagiarsi e contagiare la famiglia, c’è anche una fetta di studenti che aveva trovato comoda e facilitante la soluzione-Dad e adesso si troverebbe in difficoltà abbandonandola: “Dobbiamo lavorare – spiegano Segato e Spetič – sulla motivazione degli studenti, sulla responsabilità e sulla capacità di gestire le comprensibili ansie da contagio che non possono però rappresentare la blindatura a casa a priori, mettendo così a rischio il processo educativo, sociale, relazionale che si concretizza in massima espressione con l’attività didattica in presenza”.

Le problematiche collegate al ricorso prolungato alla Dad sono note, e vanno dall’incompetenza relazionale nei contesti non virtuali al cyberbullismo all’esposizione a modelli negativi ai disturbi del comportamento alimentare e della sfera emotiva, passando anche per le sintomatologie simili alla cosiddetta sindrome di Hikikomori (auto-isolamento prolungato) in preadolescenti e adolescenti.