Tragedie sul lavoro, dopo Firenze attenzione alta anche in Friuli

Nel 2023 sono stati 22 gli infortuni mortali sul lavoro in Friuli Venezia Giulia.

Tragedie come quella di Firenze confermano, una volta di più, “l’esigenza prioritaria e inderogabile di un’azione profonda e strutturale su prevenzione e sicurezza sul lavoro in questo Paese“. È quanto afferma il segretario generale della Cgil Friuli Venezia Giulia Michele Piga assieme a Massimo Marega, segretario regionale della Fillea, il sindacato che rappresenta i lavoratori delle costruzioni e del legno.

Nell’esprimere “solidarietà e grande vicinanza a nome di tutta la Cgil del Friuli Venezia Giulia ai familiari e ai colleghi delle vittime”, Piga e Marega sottolineano come “l’attenzione sui temi della sicurezza, della prevenzione di infortuni e malattie professionali e della vigilanza sui luoghi di lavoro non può essere figlia di una reazione emotiva a episodi come quello di Firenze, ma devono essere costanti da parte di tutti, a partire dai primi attori coinvolti, mondo delle imprese e sindacato, per arrivare fino alle istituzioni, ad ogni livello”.

Attenzione particolare, rimarca Marega, va dedicata a settori come l’edilizia, “dove i fenomeni diffusi di dumping contrattuale, la presenza massiccia di partite Iva di comodo e la frantumazione della catena produttiva in appalti e subappalti favoriscono il mancato rispetto delle norme su salute e sicurezza”. Da qui la necessità di rafforzare l’attenzione sia da parte del sistema delle imprese e dei rappresentanti sindacali sulla sicurezza, sia da parte degli organi di vigilanza, a ogni livello.

L’emergenza riguarda anche la nostra regione, dove lo scorso anno – sottolineano i due segretari – si sono registrati 22 infortuni mortali, più del doppio rispetto ai 10 del 2022. “Tutte le strutture della Cgil – conclude pertanto Piga – continuano a essere impegnate nelle iniziative nei confronti del sistema salute e sicurezza, fatto dalle istituzioni pubbliche e politiche, dai sindacati, dalle imprese e da tutti gli organismi e le figure preposte, per chiedere il rispetto delle norme, più investimenti sulla formazione e sulla cultura della prevenzione, maggiore frequenza ed efficacia delle azioni di ispezione e vigilanza”.