Piccole imprese sempre più in difficoltà: crollano i prestiti delle banche, in Friuli peggio che nel resto d’Italia

Il crollo dei prestiti alle piccole imprese in Friuli.

Le banche non prestano più soldi alle piccole imprese o, meglio, ne prestano sempre di meno: in Italia, infatti, il crollo dei prestiti è stato pari all’8,7% in un anno (tra agosto 2022 e agosto 2023), e in Friuli la percentuale ha superato il 10, uno dei dati peggiori in Italia.

A lanciare l’allarme è la Cgia di Mestre, il cui Ufficio Studi ha analizzato la situazione nelle regioni e nelle province d’Italia. Secondo l’associazione, infatti, il calo dei finanziamenti comporta diversi rischi: la carenza di liquidità per le aziende di piccole dimensioni (il 98% di quelle italiane ha meno di 20 addetti) può significare il ritardo nei pagamenti dei fornitori o, nei casi limite, non riuscire a pagare gli stipendi dei dipendenti, senza dimenticare il rischio usura.

La stretta sul credito, spiega la Cgia, è imputabile a diversi fattori connessi: da un lato il rialzo dei tassi d’interesse, la frenata del Pil che ha portato comunque a un calo della domanda dei prestiti e la minore liquidità delle banche.

I dati.

I numeri mostrano che la stretta è stata più forte lungo la dorsale adriatica: tra le aziende con meno di 20 addetti, la diminuzione è stata pari a 10,6 miliardi di euro con un ammontare complessivo di prestiti di circa 111 miliardi. Le regioni più colpite sono le Marche (meno 11,1%), seguito dal Veneto (meno 10,2%) e dal Friuli Venezia Giulia dove i prestiti alle piccole imprese sono calati del 10,1% ossia 265 milioni.

Anche a livello provinciale, il Friuli Venezia Giulia rientra tra le aree dove la contrazione è stata più forte: quella di Udine è decima in Italia con una stretta pari a meno 11,4% (155 milioni di euro in meno); a Pordenone, il calo si è fermato al 9,3% (meno 64,4 milioni), a Trieste 9,1% (meno 27,2%). Solo il territorio di Gorizia ha subito una stretta inferiore alla media nazionale: “solo” il 6,9% pari a 18,1 milioni di euro in meno.