Piante a rischio estinzione, l’Università di Udine le salva grazie alla genetica

Quattro piante a rischio estinzione in Friuli.

La Giunchina della Carniola; la Lipariis, una delle più rare orchidee europee; il Quadrifoglio acquatico, la Regina delle Alpi: sono le quattro piante autoctone alpine e continentali a rischio di estinzione in Friuli Venezia Giulia che l’Università di Udine sta riproducendo per rafforzare le popolazioni nei rispettivi habitat naturali, grazie alle banche dei semi, nell’ambito del progetto europeo “Life Seedforce” che vede coinvolti 18 partner di 10 regioni italiane nonché di Francia, Slovenia e Malta.

Si tratta di piante a rischio a causa dei cambiamenti che l’uomo ha imposto agli habitat a partire dal dopoguerra, in particolare, sottraendo superfici utili (urbanizzazione, bonifica, agricoltura intensiva), modificando la gestione (sfalci, introduzione di specie aliene invasive, pascolo) e, indirettamente, con i cambiamenti climatici.

“Queste specie, che richiedono condizioni ecologiche particolari – sottolinea il coordinatore del gruppo di ricerca dell’Ateneo Friulano Valentino Casolo, docente di geobotanica del dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali –, non hanno saputo adattarsi velocemente e anche le poche popolazioni relitte sono quindi in declino e in pericolo di sopravvivenza”.

Il progetto vede tra i principali soggetti interessati anche la Regione Friuli Venezia Giulia e il Parco delle Prealpi Giulie. “Life Seedforce” attivo fino a dicembre 2026, è finanziato con 7 milioni 790 mila euro dalla Commissione europea. “Gli effetti di questo lavoro – evidenzia il professor Casolo – si vedranno comunque ben al oltre la fine del progetto perché gli effetti sulla biodiversità sono a lungo termine”.

Udine centro nazionale delle analisi genetiche

L’Università di Udine è il centro di riferimento per le analisi genetiche del progetto “Seedforce.” Il laboratorio dell’Ateneo ha ricevuto dai partner circa 1400 campioni vegetali rappresentativi di 27 specie coinvolte dal progetto e, complessivamente, di 64 popolazioni.

Da oltre la metà di questi è stato estratto il Dna, che verrà poi utilizzato per le analisi genetiche. “La tecnica scelta – spiega Casolo – consente di ottenere centinaia o migliaia di marcatori genetici per ciascun individuo che serviranno a conoscere la variabilità genetica delle piante e soprattutto a valutare la diversità genetica fra le popolazioni donatrici e scegliere il pool di semi favorevole per la propagazione e reintroduzione, possibilmente massimizzando la diversità genetica da reintrodurre in situ”.

Le attività di ripristino in Friuli Venezia Giulia

Attualmente il team guidato da Valentino Casolo sta lavorando sulle attività di salvaguardia di quattro specie vegetali in pericolo di estinzione che verranno reintrodotte, in accordo con la Regione.

Per quanto riguarda la Giunchina della Carniola (Eleocharis carniolica) sono stati raccolti oltre 9000 semi dal sito donatore della Palude di Racchiuso, nei comuni di Attimis e Povoletto. Da questi semi sono state ottenute 430 piante che saranno trapiantate in autunno nel Sito di interesse comunitario “Cavana” di Monfalcone, dove la specie era presente e si è estinta oltre 50 anni fa. I restanti semi sono stati conservati.

Della Regina delle Alpi (Eryngium alpinum) sono stati raccolti quasi 60000 semi da quattro località donatrici. Di questi circa 5000 semi sono stati utilizzati per le prove di germinazione da cui sono state ottenute circa 350 piante; in autunno saranno effettuati i primi trapianti presso il Sito di interesse comunitario Creta di Aip e Sella di Lanza, nel Comune di Moggio Udinese, e il Parco delle Prealpi Giulie, in Comune di Venzone, realizzando la prevista azione di rinforzo delle popolazioni in declino.

Per comprendere l’effetto dei cambiamenti climatici su questa specie alpina, grazie al contributo della Stazione forestale di Paluzza e del Comune di Sutrio, circa 1500 semi sono stati seminati in casse di germinazione sul Monte Zoncolan per studiare l’effetto della copertura nevosa sulla germinazione e sopravvivenza delle plantule in funzionale dei cambiamenti climatici.

Per quanto riguarda i semi dell’orchidea Liparis leselii, sono state propagate oltre 300 plantule che saranno destinate al rafforzamento dei siti di Lombardia, Trentino e Friuli Venezia Giulia. In regione saranno trapiantate nel Sito di interesse comunitario Risorgive dello Stella (comuni di Bertiolo e Talmassons).

Le plantule del Quadrifoglio acquatico (Marsilea quadrifolia) sono in fase di raccolta dai siti della Slovenia e della Lombardia. Sono state ottenute oltre 70 piante di cui una quota, in accordo con il Servizio biodiversità della Regione, sarà introdotta in autunno presso il Sito di interesse comunitario Risorgive dello Stella (comuni di Bertiolo e Talmassons) dove la specie era scomparsa da oltre un secolo.