Recupero delle aree produttive dismesse, incentivi anche per siti più piccoli

L'assessore Sergio Emidio Bini al tavolo di coordinamento dei Consorzi di sviluppo economico del Friuli Venezia Giulia

Si amplia il masterplan delle aree produttive dismesse in Friuli.

Favorire lo sviluppo di nuove realtà produttive e di nuova occupazione, riqualificando al contempo il patrimonio edilizio produttivo non utilizzato: queste le principali finalità della nuova azione che la Regione metterà in campo con un’altra campagna di rilevazione e ricognizione delle aree produttive dismesse, che potranno ospitare ampliamenti, potenziamenti o nuove attività private.

Ad annunciare l’ampliamento del masterplan dei siti degradati è stato l’assessore alle Attività produttive del Friuli Venezia Giulia Sergio Emidio Bini, che nella sede di Udine della Regione, è intervenuto al primo incontro del 2024 del Coordinamento dei consorzi per lo sviluppo economico locale (Cosef, Cosilt, Coselag Coseveg, Nip e Ziprt), riunione durante la quale sono state prese in esame diverse tematiche relative all’attività di sviluppo portate avanti dai sodalizi consortili.

“Attualmente – ha detto -, sono 182 le aree censite dal masterplan regionale, un numero che puntiamo ad accrescere per riqualificare in maniera sempre più capillare le zone produttive del Friuli Venezia Giulia. Puntiamo nuovamente in questa direzione – ha spiegato Bini -, dopo gli importanti riscontri che abbiamo apprezzato nel primo anno di entrata in vigore del masterplan e delle misure di incentivi a esso collegate. Nel 2023, infatti, è stata avviata la riqualificazione di 8 siti produttivi, con un investimento complessivo di circa 28,8 milioni di euro e la creazione di 39 nuovi posti di lavoro”.

“I criteri di questa seconda ricognizione – ha precisato Bini – saranno definiti di concerto con i consorzi. Rispetto alla prima, incentrata sugli immobili non utilizzati sopra i 5.000 metri quadrati di superficie, questa nuova mappatura riguarderà anche capannoni e aree industriali non più utilizzate di metratura inferiore“.

Per complessi produttivi degradati si intendono edifici e aree di pertinenza non più utilizzate da più di tre anni o con caratteristiche tali da non essere più idonei ad attività legate alla produzione. Tra le finalità anche quella dello sviluppo dell’innovazione, della sperimentazione edilizia e tecnologica, unite alla promozione della sicurezza e all’efficientamento energetico.