Mostre, dal Friuli alla Cina sulle orme di Basilio Brollo da Gemona

L’esposizione allestita a palazzo Boton di Gemona fino al 24 ottobre.

Merito, curiosità e coraggio. Sono le caratteristiche che l’assessore regionale alla Cultura  Tiziana Gibelli ha attribuito alla mostra “Serenissima porta d’Oriente. Dal Friuli alla Cina sulle orme di Basilio Brollo da Gemona” allestita a palazzo Boton e inaugurata nelle sale rinnovate del castello gemonese, che la ospiteranno fino al 24 ottobre.

“Il successo che questa mostra avrà è insito nel merito del grande lavoro svolto da chi l’ha voluta e organizzata. La Regione ha sostenuto questo progetto per merito intrinseco, come fa sempre per i progetti culturali, e dunque onore al merito di tutta l’amministrazione comunale di Gemona, sindaco e assessore alla Cultura in primis, e alla squadra di studiosi”, ha commentato Gibelli aggiungendo che “il pregio di questa esposizione sta nella capacità di sollecitare la curiosità sulla figura di Basilio Brollo e di rendere accessibile al pubblico, attraverso un curatissimo allestimento, le grandi scoperte che i ricercatori hanno condotto e che ne restituiscono la grandezza umana e lo spessore culturale”.

Uno dei primi dizionari sino-latini della storia moderna.

Gibelli ha inoltre sottolineato il coraggio che Brollo dimostrò nel condurre la sua opera, quando nel 1680 il padre francescano, missionario in Cina, scrisse uno dei primi dizionari sino-latini della storia moderna spinto dall’esigenza di abbattere gli ostacoli linguistici e culturali nel cammino del proselitismo ad Oriente del messaggio cristiano.

“Un esempio dello sviluppo culturale e della crescita che la comunità gemonese sta dimostrando in questi anni” è stato invece il messaggio portato dall’assessore regionale alle Finanze, la gemonese Barbara Zilli, che ha evidenziato “quanto sia stata fondamentale la collaborazione tra pubblico e privato nella realizzazione di questo speciale evento”.

La riscoperta del dizionario di Brollo e il legame tra Cina e Friuli.

Curatori scientifici della mostra sono Giuseppe Marini, Giuseppe Trebbi e Miriam Davide, che hanno così ripercorso le tappe della riscoperta dell’opera di Brollo. Fu una diatriba tra sinologi francesi a restituire al frate gemonese la dignità e l’autorevolezza scientifica del suo dizionario. Quello di Brollo fu l’unico dizionario sino-latino tra gli undici codici cinesi inseriti nella raccolta di 500 codici requisiti alla biblioteca apostolica da Napoleone, così come prevedevano le condizioni sulla cessione dei beni culturali contenute negli armistizi firmati dall’imperatore francese.

Solo all’inizio del 1900 fu pienamente riconosciuta a Brollo la paternità del dizionario e la raffinatezza della sua ricerca che la mostra racconta, ripercorrendo in oltre duecento anni di storia, dal 1420 al 1680, il legame tra Cina e Friuli; un legame favorito dalla Repubblica di Venezia che fece di Gemona uno snodo fondamentale dei suoi commerci verso il centro Europa come testimoniano gli esempi di abbigliamento, arte ceramica, pittura e scultura esposti al castello.