Il ricordo del carabiniere Enea Codotto rivive in uno spettacolo a Latisana

Anime di Piombo: uno spettacolo per ricordare Enea Codotto.

Venerdì 27 maggio, presso il teatro Odeon di Latisana, si terrà uno spettacolo teatrale volto a commemorare il ricordo di una terribile vicenda di cronaca che negli anni ’80 sconvolse la comunità latisanese, e non solo: il conflitto a fuoco in cui perse la vita l’appuntato dei carabinieri Enea Codotto.

Si viaggia nel tempo, a ritroso, tramite video, testimonianze, CD, interviste, immagini legate alla storia della vita di Enea e degli affetti a lui più cari. Originario di Gorgo di Latisana, il carabiniere perse la vita il 5 febbraio 1981, mentre prestava servizio assieme al collega Luigi Maronese, vittima della stessa sorte. A togliere la giovane vita ad Enea furono i Nar ( nuclei armati rivoluzionari), durante la lunga stagione dei cosiddetti ‘Anni di piombo’. Anni pregni di odio, di violenza, di veri e propri atti terroristici dettati dall’estremismo delle fazioni politiche, negli anni che seguirono la ripresa economica, dopo lo sfacelo causato dalla seconda guerra mondiale.

Enea Codotto, quella sera, in seguito ad una soffiata, si recò, assieme al collega, presso il canale Scaricatore di Bassanello, nella periferia di Padova, dove sorprese il terrorista Valerio Fioravanti che, assieme al fratello e alla compagna Francesca Mambro, tentavano di recuperare delle armi precedentemente nascoste nel letto del canale. L’operazione portò alla cattura del terrorista, precedentemente ferito proprio dai carabinieri che, prima di esalare l’ultimo respiro, vollero rendere onore alla loro patria. Due famiglie prematuramente distrutte, quella maledetta sera. Enea, oltre ai genitori ed al fratello Danilo, lasciò Irene, la fidanzata che avrebbe dovuto sposare di li a breve.

È proprio in seguito a questa vicenda, che gli animi della gente, in particolare dei compaesani di Enea, furono toccati e lacerati nel loro profondo. Andrea Regeni, maranese, nel 2013, mentre svolgeva il suo lavoro, quello di commerciante ittico ambulante, conosce la famiglia di Enea, ed ha modo di parlare soprattutto con la mamma e la fidanzata, di confrontarsi, di ascoltare e percepire quanto questa vicenda avesse sconvolto le loro vite. Ne ascolta la storia e ne resta colpito, così tanto che decide di non farla sprofondare nel limbo dei ricordi. Andrea sente il dovere di fare sapere alla comunità, in particolar modo alle generazioni che si sono susseguite, quello che era accaduto al carabiniere, morto mentre svolgeva con dedizione il proprio lavoro.

È il 2013, quando Andrea inizia a mettere assieme i tasselli di quello che, nel 2015, sarebbe divenuto un vero e proprio spettacolo teatrale, dal titolo “Anime di piombo”, che viene proposto a teatro. Assieme a lui, Sandra Cosatto, che rappresenta sul palco una sorta di monologo, con la regia di Paola Bonesi. Sei anni dopo, in occasione del 40esimo anniversario della concessione della ‘medaglia d’oro al valor militare dell’appuntato Enea Codotto ‘, lo spettacolo viene riproposto, in altre vesti. L’iniziativa viene abbracciata da Danilo Vignotto del ‘circolo giovanile Gorgo’, promosso dalla sezione Anc (associazione nazionale carabinieri) di Latisana, capitanata dal maresciallo Giovanni Doretto, per informare e diffondere l’accaduto alle nuove generazioni. Di quanto, un ragazzo di soli venticinque anni, abbia dimostrato coraggio e amore per la patria, pagando con la vita il senso del dovere e dedizione per l’importante incarico assegnatogli.

La serata, interamente volta a mettere in risalto il dolore analizzato da un punto di vista prettamente femminile, puntando una lente di ingrandimento soprattutto sulle emozioni che hanno travolto le donne della vita di Enea: la madre e quella che avrebbe dovuto essere la futura sposa. Sarà esaminato anche il punto di vista di Francesca Mambro, complice, assieme all’allora compagno divenuto in seguito marito, del duplice omicidio. L’anima delle donne, quel loro legame speciale, unico, indissolubile, che si instaura con la persona amata e che nulla, nemmeno un evento tragico come la morte, potrà mai dissolvere. Una madre, quella di Enea, che ha imbastito il forte legame con il figlio già mentre lo portava in grembo. Una fidanzata, che avrebbe voluto trascorrere il resto dei suoi giorni con l’uomo della sua vita.

Eppure, questo non è stato possibile a causa anche, e non solo, di un’altra donna, la Mambro. Lei, Francesca, i suoi sogni realizzati una volta uscita dal carcere, come quello di sposare Fioravanti. Hanno avuto una figlia, ora adolescente. È molto gelosa e protettiva Francesca, nei confronti della figlia, e va da sé che il pensiero comune riporti a quante madri lei stessa abbia privato del dono più grande che la vita può regalare. La serata di venerdì 27 sarà una lettura scenica.

Gli autori del testo sono Andrea Regeni e Sandra Cosatto, in collaborazione con Paola Bonesi. I protagonisti dall’Assemblea teatrale maranese con Enza Milan, Nicoletta Popesso, e lo stesso Andrea Regeni. Coadiuvati dalla parte tecnica di Angelo e Noemi Formentin e Giampaolo Stel. Le musiche saranno affidate a Carlo Scala. Una rievocazione di emozioni e sentimenti forti, per non dimenticare, ma soprattutto per far sì che la conoscenza possa, negli anni a venire, evitare tali simili atrocità.