La Val Resia ricorre all’Onu: “Lo Stato non tutela la nostra identità”

L’associazione Identità e Tutela della Val Resia è ricorsa all’Onu.

L’Associazione per l’Identità e la Tutela della Val Resia è ricorsa all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani a Ginevra, denunciando le autorità italiane. Sostiene infatti che lo Stato stia violando i diritti degli abitanti della Val Resia, non riconoscendo e non proteggendo l’identità e la lingua resiane. Inoltre, afferma che le misure adottate per promuovere la cultura e la lingua slovena mettono a rischio quelle resiane.

Nel suo reclamo, l’associazione spiega che la sua lotta non è contro la cultura e la lingua slovena, ma che la maggioranza degli abitanti della valle non si considera slovena. Piuttosto, mira a ottenere un riconoscimento paritario dell’identità e della lingua resiane, simile a quello accordato alle lingue slovene.

La documentazione inviata a Ginevra evidenzia che la Val Resia ha una storia e una cultura distintive rispetto alle zone circostanti, anche a causa del suo lungo isolamento dal resto del mondo. Attualmente, il resiano è parlato da circa mille-duemila persone ed è stato classificato dall’UNESCO come una delle lingue a rischio di estinzione.

Ginevra ha già inviato una richiesta di chiarimenti al Governo italiano, in particolare riguardo alle motivazioni per cui la cultura e la lingua resiane non sono state incluse nella legge 482 del 1999, che tutela le minoranze linguistiche storiche. Finora non è pervenuta alcuna risposta da Roma.