Le famiglie della tragedia che sconvolse Tarvisio si riabbracciano dopo 73 anni

Il 10 maggio del 1949 persero la vita due studentesse.

Chissà se Ararad Khatchikian, noto allevatore ed istruttore sportivo di sleddog, residente a Fusine con la famiglia e i suoi 45 festosi cani da slitta, si sarebbe mai immaginato che la pura voglia di conoscenza, di sapere a chi fossero appartenute le identità dei nomi scritti sopra ad un piccolo cippo di roccia, lo avrebbe portato, sabato 14 maggio, all’epilogo di una delle storie più dolorose che si potesse mai immaginare.

Ma andiamo con ordine. Ararad è una persona che ama moltissimo il suo lavoro, nel tempo libero però fugge in sella alla sua mountain bike, lungo le stradine di montagna che conducono ai laghi di Fusine. La sua attenzione viene catturata da una vecchia stele di roccia, nella quale sono incisi i nomi di due ragazze e lo scritto ‘tragicamente colpite’: sono Argentina de Fornasari e Maria Sessi.

Decide così di usare i social, nello specifico la pagina Facebook che fa riferimento agli Amanti della montagna friulana e, chiedendo se qualcuno sapesse cosa fosse accaduto a quelle due ragazze così giovani, sorprendentemente si ritrova ad interagire proprio con i discendenti delle due famiglie alle quali appartenevano le ragazze, morte il 10 maggio 1949, a soli 16 anni, in seguito ad un tragico incidente a bordo di un camion di trasporto legna.

L’autista di quel camion, dinnanzi alla richiesta della scolaresca di poter salire per riscendere dai laghi di Fusine dove si erano recati in gita scolastica, si dimostrò da subito contrario, date le condizioni meteo e del manto stradale dovute alle intemperie. Ma alla fine desistette, ed accontentò quei ragazzi che erano così felici di poter tornare velocemente in fondovalle dove erano attesi da una colonia.

Purtroppo, i timori del conducente del camion si rivelarono fondati e, lungo la strada che dai laghi di Fusine porta a Tarvisio, il camion si rovesciò in una curva: le due studentesse morirono in quell’incidente.
In seguito a questa enorme disgrazia, ci fu un processo a carico dell’autista, che non fu ritenuto responsabile dell’accaduto, in quanto, appunto, le condizioni stradali e meteorologiche erano disastrose, e l’accaduto era dovuto ad una terribile ed inaspettata serie di eventi avversi.

Sul ciglio della strada del tratto in cui avvenne l’incidente, venne posato dei familiari un cippo di roccia avente incisi i nomi delle due vittime per far sì che non venisse mai dimenticato ciò che era accaduto in quel punto preciso e che, 73 anni dopo, attirò l’attenzione di Ararad. Ma l’uomo capì che a quel punto la sua ‘missione era appena iniziata’ e decise di fare di più.

Una volta riuscito a rintracciare sia i parenti delle due vittime, sia la figlia dell’autista che guidava quel camion, ha fatto in modo tre famiglie, distanti ma unite dallo stesso dolore, si potessero abbracciare, così da chiudere finalmente un cerchio doloroso, ma allo stesso tempo che avrebbe potuto finalmente dare un volto a delle persone che, fino al giorno prima, risultavano essere degli estranei.

Così, sabato 14 maggio, Ararad è partito da Fusine, per raggiungere Lucinico, in provincia di Gorizia, luogo dove è sepolta una delle due ragazze, incontrando tutti i discendenti e la figlia dell’autista, deceduto alcuni anni fa. Sono andati poi tutti assieme a Gorizia, per onorare la tomba dell’altra ragazza.

“Quando nella vita riesci a chiudere un cerchio, provi un’immensa sensazione di pace, riconciliazione e gioia“, queste le prime parole di Ararad, artefice inconsapevole di questo commovente ricongiungimento. “Il mio ruolo di ‘investigatore’, e di enzima catalizzatore, termina qui. Ringrazio il gruppo Facebook degli amanti della Montagna friulana, quelli del gruppo di Gorizia, che mi hanno permesso di essere contattato dai discendenti delle due famiglie. Questa storia termina oggi, dopo tantissimi anni”, conclude, consapevole di aver fatto un gesto pieno d’amore, che resterà per sempre dentro ai cuori che oggi, abbracciandosi, si sono toccati.