In 500 persone davanti alla Cantore di Tolmezzo per dire no all’arrivo dei profughi: “Basta accoglienza indiscriminata”

La protesta davanti all’ex caserma Cantore di Tolmezzo.

C’erano parlamentari, sindaci del territorio e, soprattutto, tanta gente “comune”. Sono 500 le persone che si sono radunate fuori dall’ex caserma Cantore di Tolmezzo, dove il governo vorrebbe inviare oltre un centinaio di migranti.

Per dire “no” al loro arrivo, il vicepresidente del Consiglio regionale, Stefano Mazzolini, e la parlamentare leghista Aurelia Bubisutti hanno organizzato una manifestazione di dissenso. Molte le frecciatine lanciate all’indirizzo di Francesco Brollo, sindaco di Tolmezzo che, seppur invitato, non ha partecipato. A stigmatizzarne il comportamento per primo è stato Dario Zearo, ex primo cittadino del capoluogo carnico.

“Oggi mi sento di rappresentare la nostra regione per una battaglia che vede il presidente Massimiliano Fedriga in prima linea – ha sottolineato il vicepresidente Mazzolini -. I nostri sono confini colabrodo, siamo la regione più invasa di tutta l’Italia dopo la Sicilia. E quel che è peggio, il governo non ascolta le richieste della montagna, contraria all’accoglienza indiscriminata“. Mazzolini ha spiegato che si trattava di una “manifestazione aperta, senza colori politici e alla quale abbiamo invitato Brollo, che però ha deciso di non venire. È un sindaco che dice “no” all’arrivo dei migranti, ma in realtà accoglierà”.

Mazzolini è pronto a ulteriori mosse: “Daremo battaglia, ma con questo governo non riusciamo a dialogare e trattare. Sui nostri confini – dice – hanno inviato a presidio solo 100 militari: non conoscono neanche la nostra regione. La questione clandestini riguarda anche altre zone della montagna: nell’ex caserma Meloni di Tarvisio sono state messe 70 persone, quando la capienza è di 25. Ora basta. Quando arriverà ministro Lamorgese (atteso in regione la prossima settimana, ndr) andremo in piazza a farci sentire, con o senza autorizzazione”.

Una decina, come detto, i sindaci del territorio carnico, e non soltanto. Per tutti ha parlato Marco Lenna, primo cittadino di Gorni di Sopra: “Oggi – ha rimarcato – non possiamo più pensare a immigrazione incontrollata. C’è bisogno di forza lavoro nuova sul territorio, è vero, ma il flusso va regolato. Si tratta di ragazzi che spesso vengono qui perché hanno bisogno, ma non possiamo pensare di metterli senza dove e come”. Da qui, il suo “no” forte all’arrivo di richiedenti asilo alla Cantore: “Verrebbero in territorio dal quale è stato tolto il tribunale e dove le forze dell’ordine, che garantiscono presidio e legalità, sono sotto organico“. Anche da lui, una frecciata finale a Brollo: “Non si può lanciare il sasso e poi togliere la mano”.

Presente anche il parlamentare Renzo Tondo “e mi chiedo dove siano i 18 sindaci della Carnia assenti in questa battaglia. Dobbiamo essere determinati a dire no all’arrivo dei migranti e ad aprire un tavolo con il governo. La caserma è un simbolo della Carnia e di Linussio, non si può svilirla rendendola un centro di accoglienza”.

L’intervento del vicepresidente Stefano Mazzolini