Terremoto in Comune a Tolmezzo, raffica di dimissioni tra i consiglieri. Brollo decade da sindaco: “Una congiura”. Il Pd: “Ha abbandonato chi l’ha sostenuto”

Decade il sindaco di Tolmezzo Brollo. Si va ad elezioni.

“Non sono più sindaco di Tolmezzo. I cittadini mi hanno eletto, una congiura di palazzo, contro l’esito elettorale, mi ha appena fatto cadere”. Lo annuncia lo stesso sindaco Francesco Brollo, raccontando cosa è successo questo pomeriggio. Le dimissioni in massa di un gruppo di consiglieri comunali di maggioranza (Scarsini, Craighero, Moser, Anzolini, Marchi, Mizzaro) insieme a quelle di una parte dell’opposizione (D’Orlando, Faccin, Del Fabbro, Bonanni, Rinoldo, Zamolo) ha causato la sua decadenza, della giunta e dell’intero Consiglio comunale. Nella capitale della Carnia arriverà, quindi, il commissario prefettizio e si andrà verosimilmente al voto la prossima primavera.

“Diciamolo chiaramente: una operazione sciagurata per calcoli politici fatta sulla pelle di 10.000 cittadini di Tolmezzo – si sfoga Brollo -. Così facendo i consiglieri dimissionari si sono presi la grave responsabilità di abbandonare la nave in piena tempesta, non perché il Comune sia in difficoltà, anzi, ma perché siamo ancora nel mezzo della emergenza sanitaria, con cittadine e i cittadini preoccupati, con incognite sul futuro e con la necessità di avere un ente in piena attività che risponda a bisogni e problemi. Se pensano di colpire me sbagliano, purtroppo l’unica cosa che hanno colpito siamo noi cittadini di Tolmezzo”. Il sindaco uscente enuncia le conseguenze dirette di questo ammutinamento: blocco della macchina amministrativa e bandi del PNRR a rischio. “Una cosa è chiara ed evidente: io potrò lasciare il municipio a testa alta, i protagonisti di questa pietosa vicenda certamente no”, conclude.

Ma la vede diversamente il Partito democratico, che attraverso il suo il segretario regionale Fvg Cristiano Shaurli spiega la sfiducia presentata da 12 consiglieri comunali di Tolmezzo. “Non possiamo accettare anche in Fvg il teatrino dei gruppi misti e dei comodi cambi di casacca che purtroppo si vede a Roma – afferma Shaurli -. Il Pd rigetta le ambiguità e le ambizioni personali che vengono prima dell’impegno, della coerenza politica e dei cittadini. L’unica congiura di palazzo è quella di chi lusinga e promette da Trieste partecipazione a liste civiche di Fedriga e purtroppo quella di chi sul territorio si fa ammaliare, dimentica il suo percorso e abbandona le forze che lo hanno sostenuto nel lavoro fatto e da fare”.

“Era nostro diritto e dovere – aggiunge Shaurli – sapere se questa esperienza poteva continuare e giungere alla sua naturale conclusione nel 2024 o se sarebbe comunque finita in anticipo per calcoli ed ambizioni personali che niente hanno a che vedere con i cittadini di Tolmezzo. Nessuna risposta ci è arrivata, né quella più semplice sulle sfide da affrontare insieme, né sulla collocazione ideale e valoriale”.