Ponte del Diavolo di Cividale del Friuli: la storia tra mito e leggenda

Ponte del Diavolo: storia, struttura e leggende.

Ogni città ha la propria punta di diamante, il proprio tratto distintivo e a Cividale del Friuli è certamente il Ponte del Diavolo che si erge maestoso sopra le acque del fiume Natisone Un nome interessante, misterioso, che richiama alla leggenda che ha alle spalle.

La struttura

Il ponte si compone di due arate e poggia su un enorme macigno naturale, che scompare nel fiume Natisone. Con i suoi 22 metri e mezzo di altezza, le due arcate fanno da sipario a una gola mozzafiato. I piloni che sorreggono la struttura misurano 48 metri ciascuno, mentre le due arcate presentano lunghezze differenti: la prima misura 22 metri, mentre la seconda 19. A determinare questa differenza è la posizione del masso, non esattamente centrale, parte del letto del fiume (non caduto). Il parapetto, realizzato nel secolo scorso, è un continuo in calcestruzzo e pietra. La sua pavimentazione a ciottoli viene regolarmente sistemata. 

La storia

La città di Cividale necessitava di un passaggio che unisse le due sponde sin dai principi della sua esistenza. Il primo passaggio era una passerella lignea presente già nel Duecento. È con un documento del 1332 che si sanciva la costruzione di un ponte in pietra a due arcate, progetto però che a causa di malintesi, si fermò alle fondamenta della struttura. La costruzione procedeva a rilento: è nel 1370 che compare il pilone centrale in pietra. Nel 1441 si avviava un nuovo progetto, portato a termine nel 1453. Nel corso del Cinquecento si è poi proceduto con la lastricazione della carreggiata e già nel 1637 il ponte venne dichiarato com uno dei più belli d’Europa. Successivi restauri ebbero luogo nel 1689, 1836 e 1842.

I soldati del genio militare fecero brillare il ponte nell’ottobre del 1917 perrallentare l’avanzata austriaca: non appena conquista la città per gli Austriaci si organizzarono dapprima con una passerella provvisoria, poi con un nuovo ponte in pietra, realizzato in appena quattro mesi. È qui che nasce la famosa leggenda. La carreggiata era larga il doppio rispetto alla precedente (6 metri ora) e il parapetto venne rifatto per questioni di sicurezza nel 1939. Nel 1945 i tedeschi provarono a far saltare nuovamente il ponte, provocando però solo piccoli danni al parapetto.

La leggenda del Ponte del Diavolo a Cividale.

La leggenda legata al ponte, da cui deriva il nome stesso, nasce dalla rapidità con cui tra il 1917 e il 1918 il ponte venne ricostruito. Crollato il 27 ottobre 1917, vanta il primo passaggio sul neo-realizzato ponte il 2 maggio 1918, mentre la cerimonia inaugurale è del 18 maggio successivo. Legate alla ricostruzione del ponte, non poche vicessiutidwini burocratiche, che alimentarono la fantasia.

Secondo la leggenda i cividalesi avrebbero chiesto aiuto al Diavolo per la costruzione del ponte. Il Diavolo si dimostrò propenso ad aiutare i cittadini, ma in cambio aveva una richiesta: l’anima del primo che fosse passato sul ponte, una volta completato. Stipulato il patto, il Diavolo si mise all’opera e in una sola notte eresse completamente il ponte. Secondo alcune versioni è stato proprio il Diavolo stesso a portare il grande masso su cui poggia il pilone centrale. Altre versioni vedono nella madre del Diavolo colei che portò il masso nel fiume. La mattina seguente il Diavolo attendeva la sua ricompensa: per furbizia o per sbaglio il primo ad attraversare il ponte fu un animale. Le diverse versioni della leggenda parlano di animali diversi: si citano cani, gatti, e persino maiali. Il Diavolo dovette rispettare i patti e accontentarsi dell’anima di un animale. Alcune versioni dicono che il Diavolo, insoddisfatto, provò a distruggere il ponte, ma i cividalesi lo cacciarono con una croce. Alcune testimonianze dell’epoca riportano di aver sentito dei rumori strani, simili a grugniti, provenire dal fiume e riconducibili proprio al Diavolo.

Una storia affascinante che rende ancora più interessante il ponte, che merita di essere ammirato da più prospettive differenti.